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Crisi economica, Grecia: referendum sul secondo piano di aiuti

Il premier greco George Papandreou ha annunciato un referendum che si terrà probabilmente a inizio del 2012 sul secondo piano di salvataggio. Molti analisti sono convinti che i greci esprimeranno il proprio rifiuto all’ulteriore piano di austerity, il che significherà il default per il Paese ellenico nonché l’uscita dall’euro. Infatti c’è chi sospetta che la mossa del governo greco sia in verità volta a sondare gli umori della popolazione riguardo l’opportunità o meno di restare nella zona euro.

 

3 Commenti per “Crisi economica, Grecia: referendum sul secondo piano di aiuti”

  1. […] decisione della Grecia di indire un referendum agli inizi del 2012 sul secondo piano di aiuti previsto non è […]

    • Non solo i Greci ma anche gli Italiani hanno capito che aver accettato l’ € ad immagine e somiglianza del marco ha privilegiato solo i Tedeschi è loro compito attraverso Eurobond(Euromarchi) ottenere dai mercato prestiti sovrani a tassi omogenei per tutto l’Eurozona.
      Altrimenti si dovrà uscire dall’area dell’Euro,ritornare alla lira adeguandola al valore reale del marco , e nazionalizzare le Banche che detengono i nostri risparmi .
      NESSUNA PATRIMONIALE ! GIA’ L’ABBIAMO SUBITA CON LA PERDITA DI OLTRE IL 30% DEI NOSTRI RISPARMI. !

  2. Il sistema globale e lo starnuto greco

    Un sistema globalizzato è quel sistema all’interno del quale se in una Grecia molto più che fallita si starnutisce, l’intero mondo economico-finanziario vacilla.

    Un sistema così globalizzato non ammette errori, non consente inutili alzate di testa delle leadership nazionali, non accetta classi dirigenti malnate, malcresciute, malformate e maldestre, o malsinistre, come desidera l’inclinazione politica soggettiva.

    Così accade che in una Grecia ormai prossima al crac, la dirigenza politica ed istituzionale tenti una deresponsabilizzazione totale verso i propri doveri di governo attraverso una chiamata al voto referendario del popolo greco, esprimendo il suo parere sulle nuove misure di risanamento concordate in cambio degli aiuti europei, mettendo così a repentaglio la stabilità e la vita stessa dell’intera euro zona.

    Lo starnuto greco ha sconquassato però l’intero sistema finanziario, provocando reazione indignate da parte degli stessi enti preposti al salvataggio della Grecia dal fallimento ed una caduta verticale degli andamenti borsistici europei e mondiali.

    Ecco dimostrato come, in un sistema economico-finanziario globale, una politica dalle corte visioni, senza coraggio, senza alcun senso di responsabilità e spirito di sacrifico venga rifiutata e condannata dal mondo intero.

    Il monito implicito alla classe politica e burocratica (dirigente, ma non diligente) italiana appare evidente:

    questo mondo contemporaneo in piena crisi non accetta deficienze, non tollera inettitudini, non sopporta incapacità.

    Questo mondo globalizzato impone il dovere d’essere intolleranti, intransigenti, inflessibili, come ho già avuto modo di affermare e di approfondire in un post di questo stesso blog.

    La scarsa capacità intellettiva, di razionalità, di fantasia, di ragionevolezza, di responsabilità, di sacrificio, di attaccamento alle istituzioni e non ai suoi simboli del potere (poltrone & privilegi) delle classi dirigenti italiane, di destra o di sinistra, politiche o sindacali, burocratiche o corporative, espone l’intero paese ad un elevatissimo rischio default.

    Inoltre, comparando la differenza di potenzialità economica e di capacità finanziaria fra italia e grecia, occorre comprendere che, se uno starnuto greco ha messo in panne l’intero establishment finanziario globale, un eventuale identico starnuto politico italiano, in proporzione (l’intero PIL greco è decine di volte meno importante del PIL della sola provincia di Vicenza), porterebbe sicuramente ad un crollo della intera euro zona, sia politica che economica e finanziaria, e condurrebbe l’italia verso il più profondo, buio, freddo e miserabile baratro nero della storia della sua pur breve vita comunitaria, affatto identitaria ed unitaria, peraltro.

    Sono certo che un simile ragionamento non provochi alcun mutamento dell’indirizzo politico italiano, troppo ignorante, arrogante e presuntuoso per poter anche solo comprendere lontanamente l’elevato rischio cui si espone il paese ogniqualvolta si commette un errore di governo:

    è una questione di sensibilità e di equilibrio, qualità sconosciute alla classe dirigente italiana.

    Così, nonostante lo starnuto greco possa insegnare qualcosa, alla casta politico-burocratico-partitocratico-sindacalista italiana, tutto questo, potrà apparire come insignificante, privo di senso e di peso.

    Sia pure emerga sempre più forte e condiviso un sentimento comune ed un pensiero unico che indichi come ad essere privi di peso e di senso, siano proprio le classi dirigenti italiane, dimostratesi in troppe occasioni eccessivamente egoiste, profondamente idiote, assolutamente incapaci di governare.

    Con buona pace dei no-global, per una volta almeno posti sulla stessa barricata della casta politica italiana.

    Una barricata costruita sull’argilla ed eretta con materiale umano troppo debole.

    Una barricata destinata a crollare al minimo errore politico.

    Gustavo Gesualdo
    alias
    Il Cittadino X

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