I Soliti Idioti? È uno specchio dell’Italia…
In un periodo non troppo felice per il nostro Paese a farci tornare il sorriso ci provano I Soliti Idioti, sit comedy italiana ispirata alla serie tv inglese Little Britain. Lo show, trasmesso da Mtv e Comedy Central, vincitore del Best Mtv Show ai TRL Awards 2011, è suddiviso in vari sketch che vede numerosi e svariati personaggi, tutti interpretati da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, giudicati da Concita de Gregorio, in un editoriale di giovedì su La Repubblica, “idioti contemporanei”.
“E’ la cronaca di un fallimento, il mio”, così ha introdotto il suo articolo-critica l’ex direttrice de L’unità. “Volevo descrivere le ragioni per cui migliaia, centinaia di migliaia, i miei figli dicono ‘milioni’ di ragazzi aspettano con ansia l’uscita al cinema, domani, de I soliti idioti“. Ragioni che, a nostro avviso, la De Gregorio non è riuscita a carpire o che semplicemente non la soddisfano perché, per paradossale che sia, la sit-com è un ritratto dell’Italia contemporanea. E dunque, ridiamoci un po’ su.
Il fatto è che Concita, preoccupata come del resto ogni mamma per ciò che può arrivare alle orecchie dei propri figli, probabilmente è convinta che saranno i giovani a copiare il linguaggio e a imitare un modello di vita non tenendo conto che sono uno spaccato – purtroppo? – dei giorni nostri e Ruggero de Ceglie non è altro che uno specchio.
Il papà di Gianluca è semplicemente un padre benestante che reso volgare e disonesto dalla chiave comica fa capire al figlio ingenuo, onesto e studioso, che in Italia con i titoli di studio si vola bassi perché ad avere la meglio è la truffa, il raggiro, la corruzione, in parole povere il “magheggio”.
Il lato da cogliere, insomma, non sono le colorite espressioni – il “fanculo” di un padre in risposta al “buongiorno papà” di un figlio -, etichettate negativamente dalla De Gregorio, ma quello che rappresenta la sit-com: un’Italia un po’ allo sbando.
Sia beninteso, non stiamo qui ad esaltare un Paese che non vorremmo. Ma non si può ridurre il dibattito a una mera questione di contemporaneità. Basti pensare ai film di Natale, ai cinepanettoni di Boldi e De Sica, da oltre vent’anni sono zeppi di volgarità e di scene di nudo da cui i produttori hanno tratto non poco profitto. Dunque riteniamo più intelligente la comicità stereotipata di Mandelli e Biggio.
L’uscita del film de I soliti idioti nelle sale italiane, prevista per venerdì, divide il pubblico.
Aldo Grasso, in un suo articolo sul Corriere della Sera, confessò un primo giudizio non entusiasmante (la comicità del duo era stata ritenuta “fragile, di maniera”), salvo poi ricredersi con l’arrivo della terza serie. “Ne viene fuori – scrisse Grasso – un ritratto dell’Italia a volte molto più realistico di quello che appare nei telegiornali”. Appunto.
Sono d’accordo!La chiave di lettura della comicita’dei soliti idioti ai quali mi ha introdotto entusiasta mio nipote undicenne e’ dal mio punto di vista paragonabile a quella per la quale fanno ridere Stanlio e Ollio. Il solito idiota a cui sottintende lo scketch di Fabio e Fabio e’ l’omofobo che immagina tutte le relazioni omosessuali come quella,che le racconta cosi’,che inventa barzellette e aneddoti sugli omosessuali incinti al corso pre-parto.Goffaggine ridicola ispirata ad un certo modo di pensare,che e’ l’obiettivo del pungiglione satirico.
Il pessimo Ruggero,il mafioso incallito,la coppia simbiotica vestita da tennis,il fattorino e l’impiegata, con i loro tic,e perversioni sono prodotti di un vuoto spirituale che genera possibilita’ di relazioni umane mostruose.Attraverso il mirino del talentuoso duo comico, sono esposte al giudizio acuto degli adolescenti , al loro scanzonato discerinimento.La qualita’ teatrale che condisce le crudelissime scene e’ strepitosa.