Lavoro, Napolitano: “Opportunità non viziate da favoritismi”
L’Italia “deve diventare il più rapidamente possibile un paese aperto ai giovani”, offrendo loro “opportunità non viziate da favoritismi e creare per il lavoro sistemi di assunzione trasparenti”. In poche parole: incrementare l’impegno personale a scapito delle raccomandazioni. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo ha affermato nel corso della cerimonia al Quirinale con i nuovi cittadini italiani.
“Al centro delle politiche del lavoro – ha ribadito Napolitano – deve esserci il riconoscimento del merito”.
Lettera aperta al Presidente Napolitano
Egregio Presidente Napolitano
promuova delle semplici leggi che evitino le raccomandazioni nei concorsi pubblici, non pretenda che i giovani in modo autonomo diventino virtuosi.
Partecipando ad un un concorso pubblico molte volte si subiscono delle vere violenze istituzionali, che deteriorano il rapporto tra il cittadino e lo Stato ed incidono profondamente nella vita della persona.
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Nel lontano 1985 ho partecipato ad un concorso per ricercatore presso la facoltà di ingegneria (La Sapienza) dipartimento di energia elettrica (arrivando secondo abilitato non vincitore).
Le prove assegnate, unitamente alla valutazione delle pubblicazioni, erano tutte opinabili (un tema e la simulazione di una lezione universitaria assegnata il giorno prima).
La prova scritta: campi magnetici nei trasformatori.
Il vincitore, candidato superfortunato, sullo stesso argomento
– aveva svolto la tesi di laurea
– aveva presentato due pubblicazioni con un membro della commissione
– aveva sulla sua scrivania delle pubblicazioni, aperte ed in in posizione di lettura.
Pareva la pubblicità del gratta & vinci (ti piace vincere facile!!). Il membro interno della commissione ha valutato le sue pubblicazioni, assegnando un voto al coautore.
Ho inutilmente protestato con la commissione evidenziando l’improbabile casualità delle concomitanza di questi eventi (il direttore dell’istituto, membro interno della commissione: “cosa vuole insinuare … chiamiamo i Carabinieri .. se ne vada ..”). Altri episodi strani sono avvenuti durante le prove del concorso. Del concorso ne ho parlato con il mio relatore di tesi: “La mancanza di trasparenze e queste continue e strane ricorrenze umiliano l’intera categoria, basta una paginetta di norme chiare per mettere fine a questo scempio. Siamo al limite”
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Scagli la prima pietra chi è senza peccato.
Nessuno dell’istituto, pur sapendo le anomalie nello svolgimento delle prove (le grida del direttore dell’istituto le hanno sentite in molti) si è ben guardato di muovere un dito.
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Nessun legislatore ha più scritto quella paginetta. A quando quella paginetta?
Le violenze istituzionali sono continuate quando mi sono rivolto ad un legale per difendere i miei diritti (spesa prevista per l’intera procedura: 10 milioni di Lire, risultato sperato: tra 10 anni forse annullamento del concorso e ripetizione delle prove; risultato probabile: riconoscimento della superfortuna del candidato vincitore). Recentemente ho richiesto gli atti del concorso, che mi sono stati negati dal rettorato della Sapienza con la scusa della prescrizione dei miei diritti (dovrei fare ricorso al Tar per avere qualche fotocopia di un atto pubblico).
Dalla Patria del Diritto siamo divenuti la Patria del rovescio.
Questi vuoti legislativi sono deleteri per una Nazione.
Non perda tempo a fare quegli inutili inviti, promuova delle norme e delle Leggi che non umilino le persone.
Cordialmente
ing Giuseppe Miceli