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Il discorso di Roberto Saviano a Zuccotti Park

Roberto Saviano è intervenuto sabato a Zuccotti Park, a New York, parlando ai manifestanti di Occupy Wall Street. Questo il testo del discorso.

Grazie per l’invito, per me è un onore essere parte di questa protesta. Sono venuto qui volentieri per sentirmi meno solo. E per ricordarvi che la vostra protesta non è contro la legge ma è per difendere la legge, non è contro l’economia ma per difendere l’economia. Vi siete mai chiesti qual è l’economia che non conosce crisi? Quella criminale. Il Pil della criminalità organizzata globale ha toccato negli ultimi anni i 1.000 miliardi di dollari, cifra superiore ai bilanci di 150 paesi membri dell’Onu. Il 10% del Pil mondiale va in tasca alle mafie che guadagnano dalla crisi perché hanno a disposizione ingenti capitali da investire e riciclare in un momento in cui nessuno ne ha, sbaragliando così la concorrenza legale. Qui a Zuccotti Park voi state chiedendo nuove regole e quindi state agendo per arginare il potere delle mafie sull’economia legale e soprattutto perché non impongano i loro codici di comportamento. Nelle mafie esiste una meritocrazia al contrario: lo spietato vince sul corretto, il furbo sull’intelligente, il protetto sul talentuoso, l’apparente sul concreto, l’omertà sulla voce. E si giustificano dicendo che non sono disonesti loro, ma disonesto è il mondo. Chi non segue questa prassi è destinato a soccombere. Qui voi state dicendo: non è così, cari signori. Voi state ponendo le basi per un nuovo umanismo. In queste ore non si fa altro che parlare di crisi economica. Ma questa crisi non è un terremoto, non è un uragano, non è una calamità naturale imprevista e imprevedibile. Questa crisi è stata generata da decenni di gestione scellerata, dal non aver creduto nello sviluppo ma solo nella possibilità di arricchirsi, dall’aver considerato ogni regola una zavorra per la crescita e ogni redistribuzione di ricchezza una dispersione di risorse. Così facendo hanno creato sempre più precarietà e su questa precarietà è cresciuta la paura di perdere il lavoro, la paura di realizzare progetti, di non vedere un futuro. Quando accadrà che i cittadini che non sono qui con voi capiranno che tutto questo riguarda anche la loro vita, la loro pensione, la loro assistenza, la scuola dei loro figli? Se ne accorgeranno quando i cartelli russi, tramite società americane, compreranno mezza Manhattan? Le mafie non sono solo gangster e killer. Le mafie attraverso il narcotraffico, il racket, l’usura e la contraffazione producono un flusso di denaro che viene reinvestito nell’economia legale. Se il narcotraffico venisse debellato, l’economia degli Stati Uniti subirebbe perdite comprese tra il 19 e il 22 per cento, mentre quella messicana vedrebbe un crollo del 63 per cento. Non dimenticate mai di guardare oltre la ragione sociale delle imprese, di capire chi determina davvero le loro scelte. Le organizzazioni criminali hanno liquidità, che è ciò che oggi manca alle aziende. Le organizzazioni criminali oggi entrano nelle banche con più facilità perché le banche stanno abbassando le difese. Nel mio Paese quando ero piccolo e si parlava di “sogno americano”, si faceva riferimento a una condizione in cui il talento e l’impegno erano requisiti necessari per trovare il proprio posto nel mondo, senza l’aiuto della politica e senza protezioni. Ma negli ultimi anni molto è cambiato. Nella vostra protesta guardate all’Italia, perché l’Italia vi riguarda. Se crolla l’Italia crolla l’Europa, se crolla l’Europa gli USA non sono più sicuri. Il governo Berlusconi ha mentito per molto tempo alle istituzioni europee e ai suoi elettori. E ora il Paese è in una condizione di immobilità senza precedenti, in una crisi che sembra irrisolvibile. È un Paese in cui a forza di non premiare il merito, di non investire sul talento, sembra impossibile pensare di realizzarsi se non emigrando. A guardare l’Italia, ora, c’è il rischio di vedervi riflesso il vostro futuro. Ma chi in Italia resiste vi sta guardando e spero sappia scegliere come state facendo voi. Se potessi dire qualcosa al Governo americano, direi che non sta facendo abbastanza per difendere i suoi cittadini, direi ai Repubblicani e al Tea Party che stanno spingendo l’economia americana al disastro sostenendo che la scomparsa delle regole sia la soluzione. La crisi però ha una bellezza inaspettata. In passato la paura di sbagliare strada ci portava a fare scelte prudenti: studiare per diventare avvocato era più sicuro che studiare per suonare la tromba jazz. Ora che non esistono più strade più sicure, è tempo di scegliere quello che si sente di voler fare davvero, dando il massimo di sé, conquistandosi i diritti prima ancora di pretenderli. Non esiste un mondo migliore, ma esiste la possibilità di migliorare questo mondo. A una condizione: che lo si voglia veramente.

 

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