Non cambiano le aspettative dei mercati finanziari
Debolezze europee
Di Marcello Messori
I cambiamenti politici che si sono verificati nei principali Paesi periferici dell’Unione economica e monetaria europea (Uem) non hanno spinto i mercati finanziari a modificare la loro scommessa negativa rispetto all’euro. Anzi, anticipando il prossimo declassamento della Francia, le pressioni speculative si sono ormai estese agli Stati centrali e mirano a porre in crisi lo stesso modello tedesco di crescita, fondato sulle esportazioni interne alla Uem. Purtroppo questi comportamenti degli investitori internazionali rischiano di avere successo perché sfruttano due debolezze della costruzione europea. Primo: anche se i nuovi governi dei Paesi periferici si sforzassero di consolidare i bilanci pubblici nazionali e di rimuovere gli ostacoli più ingombranti alla ripresa economica, ciò non basterebbe ad arginare la crisi di fiducia in assenza di una risposta unitaria da parte delle istituzioni della Uem. Secondo: tale risposta è resa problematica dallo sfasamento fra l’orizzonte di breve termine dei mercati e i tempi lunghi della costruzione di nuove istituzioni europee.
Continua a leggere su Il Corriere.it