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Il Tg1 a picco, il perché di un tracollo

di Fabio Germani

All the news that’s fit to print è il motto che da sempre qualifica il New York Times. A ben vedere dovrebbe essere l’imperativo per qualsiasi testata che si rispetti.
È notizia di ieri che il Tg5 delle 20 di domenica ha staccato il Tg1 di cinque punti di share, il dato più alto di sempre. Il direttore del telegiornale di Raiuno, Augusto Minzolini, ha immediatamente trovato il colpevole di una così clamorosa débacle: il Gran Premio del Brasile di Formula 1 il cui programma di approfondimento (“inutile”, lo ha giudicato Minzolini) non ha trainato il pubblico a tutto vantaggio del Tg concorrente.
Non entriamo ora nel merito del giudizio, di per sé pretestuoso (le polemiche a suo dire sarebbero strumentali al fine di rimuoverlo dal posto) e finanche un po’ frivolo. Quello che ci preme sottolineare è la caduta libera del telegiornale che ha perso ascolti soprattutto negli ultimi mesi. Altrettanto superficialmente potremmo individuare le ragioni di una tale discesa al taglio talvolta eccessivamente filo-berlusconiano o, ancora, alla concorrenza vecchia e nuova (si pensi in particolare al Tg La7 di Enrico Mentana).
Al dettaglio, invece, emerge che il problema del Tg1 sta proprio nel non avere seguito alla lettera il motto del New York Times. Lunedì è stato infatti presentato uno studio da Massimo Scaglioni dell’università Cattolica di Milano secondo cui il Tg1 avrebbe la stessa credibilità e affidabilità nella selezione delle notizie del Tg4 e di Studio Aperto, vale a dire due testate Mediaset che non fanno minimamente mistero della propria faziosità.
Ma ancora più eloquente è lo studio di Gianpietro Mazzoleni dell’università degli Studi di Milano. Messi a confronto Tg1, SkyTg24, Corriere della Sera e La Repubblica si scopre che la testata delle prima rete Rai è quella che propone meno le “hard news” (su politica ed economia, ad esempio). Al contrario i media commerciali sono risultati più attivi e percepiti dai telespettatori come “servizio pubblico”. All the news that’s fit to print, evidentemente. Ma non per Minzolini e il Tg1.

 

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