Berlusconi, Pausini e il salto all’indietro dell’11.11.11
L’11 novembre 2011 era una data molto attesa. I più fantasiosi scaramantici aspettavano un segnale quasi “messianico”, derivante dalla congiuntura (in effetti molto rara) che vede coincidere giorno, mese e anno nello stesso numero (11.11.11). L’opposizione di centrosinistra aspettava un segnale, che qualcosa di “messianico” forse lo poteva mostrare: le dimissioni di Silvio Berlusconi da presidente del Consiglio, prima annunciate e poi presentate il giorno successivo. Altri ancora – forse con una smania maggiore – aspettavano un altro segnale, che di “messianico” – a modo molto personale – qualcosina poteva ancora mostrare: lo sfavillante ritorno sulla scena musicale di Laura Pausini, che dopo circa un anno di assenza (voluta) era pronta a tornare sulla scena regalandoci un bel concerto. Proprio l’11.11.11.
Il comune denominatore di queste tre attese differenti è uno solo: noi, la gente. Una porzione della “massa” era convinta – affascinata da quei burloni dei Maya, con aggiunta una spruzzata dell’“infallibile” Nostradamus – che l’11 novembre qualcosa sarebbe irrimediabilmente cambiato. Invece niente. Da quel giorno Silvio Berlusconi ha traslocato da Palazzo Chigi, ma non si è ritirato a vita privata. Dopo aver immediatamente tranquillizzato tutti sul fatto che avrebbe continuato a fare politica ecco l’intervento, nel corso di una convention, contro i comunisti che – per il Cavaliere rammodernato per l’occasione in versione primi anni ’90 – sono stati alla finestra a godersi la crisi e, appena caduto lui, sono pronti a tornare al potere.
Senza preoccuparsi minimamente dei comunisti alla finestra, invece, la Pausini ha ripreso a cantare l’11 novembre, ma anche qui in versione primi anni ’90. L’amore, la storia che finisce, lei che lo ama ancora, la “solitudine” di sanremiana memoria. Grazie a Berlusconi e alla Pausini, insomma (e tutto questo i Maya non potevano prevederlo), ci siamo fatti un bel tuffo indietro di anni 18: dal 2011 al 1993. L’anno in cui Silvio Berlusconi scendeva in campo contro i comunisti (che già stavano alla finestra) e Laura Pausini scendeva in campo artistico a cantarci delle sue pene d’amore.
Da allora tutto è rimasto uguale. Berlusconi, la Pausini e – purtroppo – anche molti di noi.