Tecnè: l’annuario politico 2011 (2) | T-Mag | il magazine di Tecnè

Tecnè: l’annuario politico 2011 (2)

a cura di Claudia Carmenati

Dal caso Ruby alla primavera araba, dai referendum al declassamento del rating. E ancora il crollo della Lega, il sorpasso del Pd sul Pdl, la crescita dell’antipolitica fino al governo Monti: ecco come i fatti dell’anno hanno influenzato il consenso dei partiti politici. Un’analisi di Tecnè Italia.

L’annuario prosegue da qui
GIUGNO: SORPASSO DEL PD SUL PDL, CALA LA LEGA
Il sì vince ai referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento. Dibattito sul trasferimento del Ministeri al Nord proposto dalla Lega, la Presidente della Regione Lazio Renata Polverini e il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, insorgono. Ultima puntata di Anno zero, Santoro annuncia il suo addio dalla Rai.
Tra i dati dell’ultima rilevazione effettuata da Tecnè spicca il risultato di Pd e Pdl. Il partito di Bersani effettua con il 28,5% il sorpasso ai danni del Pdl, che scende al 27,5. Si registra anche la conferma del calo della Lega, già dalla rilevazione di maggio, cui Tecné attribuisce un 10,5%. Buono invece il 6,5% di Vendola. stabile l’Udc (5,5%). Picco della partecipazione dei cittadini alla politica, supera soglia 75% chi decide di interessarsene.

LUGLIO: IL PD ALLUNGA ANCORA, PRIMI SINTOMI DI ANTI-POLITICA
Il Pdl apre una nuova stagione nominando Angelino Alfano segretario nazionale del partito, prenderà il posto del guardasigilli sottosegretario all’Interno, Nitto Francesco Palma. La situazione economica del Paese si aggrava, Il Governo presenta una serie di provvedimenti anticrisi: ddl Sviliuppo 2011 e manovra economica 2011-2014. Si apre il caso P4, la Camera concede l’autorizzazione a procedere con misure cautelari nei confronti di Alfonso Papa, deputato del PdL indagato a Napoli. Contemporaneamente il Senato respinge l’autorizzazione alle stesse misure nei confronti del senatore Alberto Tedesco. Decisivo l’atteggiamento di una parte della Lega che vota con le opposizioni a favore degli arresti.
Il Partito democratico allunga ancora. A giugno, infatti, il Pd si era aggiudicato il sorpasso ai danni del Pdl e adesso consolida la posizione ottenuta. Dal 28,5% del mese di giugno il partito di Bersani sale di un punto percentuale (29,5%). Il Pdl, al contrario, perde un punto e si attesta al 26,5%. Cala anche la Lega che passa al 9,5% rispetto al 10,5% della precedente rilevazione. Stabile il partito di Antonio Di Pietro, Idv (6-6,5%), così come il Terzo Polo (Udc, Fli e Api) che conferma il 10%. Buono il risultato di Sel: 7%. Dopo aver toccato il 75% nel mese di giugno, il massimo dalle politiche del 2008, la partecipazione elettorale comincia a calare e si attesta al 73%.

AGOSTO: SPREAD A LIVELLI RECORD
La crisi economica costringe Il Presidente del Consiglio Berlusconi a tenere un’informativa urgente sulla situazione economica del Paese, ribadendo la solidità del sistema economico, bancario e politico dell’Italia nonostante la crisi della Borsa. Standard & Poor’s declassano il debito americano. L’agenzia di rating internazionale per la prima volta nella storia toglie il titolo di eccellenza ‘AAA’ agli USA che detenevano dal 1941 per ridurlo a ‘AA+’. Lo spread dei titoli italiani contro gli omologhi tedeschi tocca il record di 416 punti costringendo così la Bce ad intervenire con acquisti massicci di BTp a medio e lunga scadenza.

SETTEMBRE: IL TERREMOTO FINANZIARIO SPACCA IL GOVERNO
Il Senato vota la fiducia al ddl Anticrisi 2011. Viene resa pubblica la lettera che la BCE ha inviato al Governo italiano in agosto in cui si manifestano chiari dubbi sulla tenuta del sistema economico. Riprende la corsa dello spread. Crolla Piazza Affari. Standard & Poor’s decide a sorpresa di tagliare il rating sulla capacità dello Stato di far fronte all’elevatissimo debito pubblico. Motivo: una crescita economica sempre più debole e una situazione di incertezza politica che ostacola la ripresa. A metà settembre, vengono declassati altri otto istituti di credito, solo UniCredit perde il 6,27%. Il governo, ponendo la 50° fiducia del suo mandato, si vede approvato il ddl Anticrisi 2011. Scoppia lo scandalo Marco Milanese, cui comunque la Camera nega l’autorizzazione a procedere, fiducia anche per il Ministro per le Politiche agricole Francesco Saverio Romano, rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa.
La crisi fa sentire i suoi effetti sul consenso politico. Da giugno cresce l’area del non voto e calano i principali partiti. La spinta antisistema rappresentata dal movimento cinquestelle raggiunge il 4%. Nel PdL si registra una flessione del 2% da luglio 2011, ma se si raffronta il dato con le ultime elezioni politiche emerge un distacco di quasi 13 punti percentuali ( dal 37,4% del 2008 al 24,5% del settembre 2011). La Lega con l’8.5% delle preferenze non è più il contenitore degli scontenti del PdL, che si orientano verso l’area del non voto e del nuovo polo centrista. Spostandosi all’opposizione, si registra una battuta d’arresto nella crescita del Pd a vantaggio di IdV e Sel (28% contro il 29,5% di luglio), ma il Pd si conferma comunque primo partito. Nel complesso si consolida lo scarto del centro sinistra (Pd, Idv, Sel, Ps, Federazione della Sinistra, Radicali) sul centro destra (Lega, PdL, La Destra) con un + 12,5%.

OTTOBRE: CRISI DEL CONSENSO DEL GOVERNO
Alla Camera il governo è battuto per un voto sull’Articolo 1 del Rendiconto di bilancio 2010. L’opposizione chiede le dimissioni del Governo. Dopo pressanti richieste dell’UE, il presidente del Consiglio Berlusconi invia una lettera con la promessa delle misure da adottare, tra le quali l’innalzamento dell’età pensionabile nel 2026 e una maggiore flessibilità in uscita nel mercato del lavoro. La lettera è fortemente criticata dalle opposizioni e dai sindacati. Manifestazione mondiale degli ‘’Indignados’’, Roma è messa a ferro e fuoco dai black bloc, sono 70 i feriti. Dopo 8 mesi di guerra in Libia, viene ucciso Gheddafi.
PD primo partito, centrosinistra in vantaggio di 11 punti sulla coalizione di Governo e consolidamento di un’area terzo-polista che, secondo la rilevazione, negli ultimi mesi si colloca stabilmente tra l’11% e il 13%. Diminuzione costante di consensi al partito del Presidente del Consiglio (-4,5% rispetto ad aprile 2010 e -12,4% rispetto alle politiche 2008) e all’alleanza formata da PDL, Lega nord e Destra (-7,5% rispetto ad aprile e -13,6% rispetto alle politiche). Diminuzione dell’area della partecipazione che passa dal 77,5% delle politiche, al 71,6% di aprile e al 66,6% di ottobre. La crisi della coalizione di Governo è ancora più evidente se si analizza l’andamento del consenso (-14,2%) , calcolato non solo tra chi esprime il voto ma su tutti gli aventi diritto: dal 37,3% delle politiche 2008, il centrodestra scende al 30,1% di aprile e al 23,1% di ottobre. Il flusso in uscita di consensi si orienta prevalentemente verso l’area del non voto e la Lega Nord non sembra in grado di attrarre gli elettori che abbandonano il partito di Berlusconi. Al contrario, nelle 10 rilevazioni prese in esame, il centrosinistra fa registrare una sostanziale stabilità di consensi (tra il 30% e il 33%).

NOVEMBRE: PIACE IL NUOVO GOVERNO, CROLLA FIDUCIA NEI PARTITI
Il Quirinale nomina Monti senatore a vita. La Camera approva la riformulazione del Rendiconto Generale dello Stato 2010, bocciato il 10 ottobre, ma con appena 308 voti e un astenuto. In seguito all’esito del voto, Berlusconi sale al Quirinale. La nota della Presidenza della Repubblica diramata al termine del colloquio afferma che Berlusconi si dimetterà dopo l’approvazione della legge di stabilità. La Camera approva i disegni di legge, il Presidente del Consiglio sale al Quirinale e rassegna le dimissioni. Nasce il Governo Monti, con l’appoggio di Pdl, Pd , Terzo polo, ‘’condizionato’’ l’appoggio dell’Idv. La Lega siede all’opposizione e si allontana dal Pdl.
Il centrodestra in caduta perde, anche in un’ipotesi di Pdl + Lega, 16 punti rispetto alle politiche con la punta più bassa registrata proprio nel mese di novembre 2011. Terzo polo stenta a decollare. La coalizione di Casini, Fini e Rutelli cresce in consensi ma l’incremento si rileva meno consistente di quanto appaia a una prima lettura. I flussi evidenziano, infatti, che solo una minima parte dei voti in uscita dal Pdl si sposta verso il terzo polo – privilegiando Futuro e libertà – mentre la grande maggioranza degli ex elettori del partito di Berlusconi sceglie di astenersi. Se si votasse oggi – sulla base delle percentuali di chi esprime il voto – Il PD sarebbe il primo partito con il 28 percento, mentre il Pdl scenderebbe – dal 37,4 del 2008 – al 24,5. Il centrosinistra vincerebbe le elezioni con un vantaggio di circa 13 punti rispetto al centrodestra, mentre il terzo polo, pur crescendo in termini relativi, si fermerebbe al 14 percento. Ma proprio l’elevato numero d’incerti, e la tendenza ad astenersi che riguarda quasi quattro italiani su dieci, rende difficile qualsiasi previsione. Basta riflettere su questo dato: se chi dichiara l’astensione oggi rivotasse lo stesso partito del 2008, il Pdl sarebbe al 30,5 percento dei voti, il Pd al 28,5 percento e la differenza tra centrosinistra e centrodestra, da 13 punti, si ridurrebbe a 4,5.
Il 61% degli cittadini ritiene il nuovo esecutivo affidabile e adeguato ad affrontare l’emergenza economica. L’incertezza generata dal governo Berlusconi, nella precedente rilevazione, si attestava invece al 72% . In testa alla classifica del consenso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il 94%, seguono i cittadini stessi con il 67%, poi Mario Monti con il 62%, i sindacati con il 41%, imprenditori il 40%. La fiducia nei partiti (29%) in coda, è ai minimi storici e investe tutti, senza distinzione di colore.

DICEMBRE: TRAMONTA IL BIPOLARISMO DELLA SECONDA REPUBBLICA
Viene emanata dal governo, mediante decreto legge, la manovra fiscale anticrisi, che si articola in tre capitoli: bilancio pubblico, previdenza e sviluppo. La manovra prevede un gettito lordo di circa 30 miliardi di euro in 3 anni. Le maggiori modifiche sono state attuate in campo fiscale. La Camera dà il disco verde alla manovra economica del governo, su cui era stata posta la questione di fiducia. Si apre una nuova stagione di scioperi: i sindacati sono uniti contro le possibili modifiche dell’articolo 18.
Progressiva riduzione della partecipazione elettorale, mai così bassa dalle politiche del 2008. Cala la tensione bipolare: se si votasse oggi, le due principali coalizioni perderebbero il 10% dei voti rispetto al 2008 e più del 20% se il calcolo si estende a tutto il corpo elettorale.
Prende corpo la convinzione che fra i partiti non ci siano differenze chiare e sostanziali dal punto di vista dei programmi e dei valori. E l’accumularsi delle delusioni e delle disillusioni, provocate dalla crisi del modello economico, si sposa con l’idea che non esistano vere alternative politiche, secondo il 69% degli intervistati non sono chiare le differenze tra centro destra e centro sinistra.. La seconda Repubblica chiude i battenti. Per ragioni diverse rispetto alla precedente stagione politica, ma con modalità che ne ricordano, per molti aspetti, l’epilogo. Ora come allora c’è un tecnico a guidare la transizione, con Monti nel ruolo che fu di Ciampi; c’è la crisi valutaria, con l’euro al posto della lira e c’è il ridimensionamento politico di leader e partiti. L’abbandono della liturgia berlusconiana è solo il segno più evidente della fine di un’epoca.

 

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