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C’è un’Italia beffata, parola di Pedica

di Fabio Germani

Quella del 15 gennaio a Roma al teatro Sala Umberto, a pochi passi dai palazzi della politica, sarà una manifestazione dei cittadini. O, per meglio dire, di quel 40-45% che rappresenta l’area del non voto. Una iniziativa a tutto campo – spiega a T-Mag il senatore dell’Italia dei valori, Stefano Pedica, tra i promotori della giornata (in programma dalle 10 alle 13.30) – che spazierà dall’indignazione per i ritardi strutturali che caratterizzano la sanità, la ricerca e lo sviluppo al no a Equitalia, passando per una riflessione sull’amministrazione di Roma Capitale.
“C’è un’Italia beffata – ragiona il senatore dell’Idv, raggiunto telefonicamente –, beffata dalla casta, dai poteri forti delle banche, dal governo Monti il cui progetto è volto a scansare la politica. L’intenzione è quella di dare voce all’opinione pubblica, al popolo degli indignati che forma l’area del non voto destinata a crescere di questo passo”.
Pedica ha presentato la legge “cancella Equitalia” e in queste ore si è molto discusso del post pubblicato sul blog di Beppe Grillo dopo gli attentati di Foggia e Modena (I botti di fine anno di Equitalia). “La violenza è sempre da condannare – afferma l’esponente dipietrista –, ma le parole di Grillo vanno ragionate. Equitalia colpisce le fasce più deboli tra cui le piccole e medie imprese. Le grandi imprese, al contrario, sono più tutelate. Non c’è solo il nodo dell’evasione fiscale, ma anche quello dell’evasione contributiva. Equitalia considera chi non paga un evasore, anche se non paga semplicemente perché non ce la fa, per morosità. Esiste quindi un ‘problema Equitalia’ e la legge da me presentata intende ovviare a questo problema”.
Sul fronte della crescita e dello sviluppo, invece, c’è ancora molto da fare. “Delle tre parole d’ordine del governo, ‘rigore, equità e sviluppo’, finora si è visto soltanto il rigore. La fase uno, quella della manovra, ha penalizzato soprattutto il consumatore con l’aumento dell’Iva e l’aumento della benzina. In vista della fase due il premier Mario Monti ha assicurato che a pagare non saranno i soliti noti e noi vigileremo su questo. Le nostre proposte, tra le altre, riguardano il taglio delle Province e il risparmio con la rinuncia all’acquisto degli F35. E sul fronte del lavoro rivedere la legge Biagi, all’epoca firmata dall’allora ministro Maroni, che prevede 46 forme contrattuali. Noi vogliamo ridurre il numero dei contratti a due: a tempo determinato e a tempo indeterminato. Diminuire cioè il precariato e garantire ai cittadini un lavoro che sia il più certo e stabile possibile”.
E poi ci sarebbe l’annosa questione dei costi della politica. Sugli stipendi dei parlamentari la Commissione Giovannini ha comunicato che è impossibile stabilire eventuali tagli poiché l’indennità mensile lorda in Italia è la più alta d’Europa, ma complessivamente i parlamentari costano di più in altri Paesi. Risulta quindi difficile fare una media. “È necessario – chiosa tuttavia Pedica – tagliare una politica che non vuole presentare leggi e mozioni per i cittadini. Il ‘popolo della politica’ pesa per 18 miliardi di euro, quando potrebbe costare la metà. Andrebbero accorpati i consigli di amministrazione, tagliati gli assessorati doppioni ripartiti tra Regioni, Province e Municipi. Serve in sintesi una equa razionalizzazione della politica”.

Tutti temi che verranno trattati all’appuntamento del 15 gennaio. E nell’occasione si parlerà inoltre della Capitale. “Una città molto importante, ma abbandonata a se stessa e che presenta diverse lacune, quali l’insicurezza, i disastri stradali e il problema dei rifiuti”, osserva a tale proposito Pedica. “I partiti – prosegue – hanno fallito. In questi anni le amministrazioni non hanno mai individuato un sito per la raccolta dei rifiuti. Se chiude la discarica di Malagrotta, Roma sarebbe sommersa dall’emergenza come a Napoli nel giro di una settimana. Serve anche in questo caso una svolta che parta soprattutto dai cittadini. Il nostro modello è quello risultato vincente a Napoli con De Magistris e a Milano con Pisapia. Se serve sono disposto a metterci la faccia, ma a patto che vi sia alla base un percorso condiviso con i cittadini”.
Tornando alla politica nazionale, l’Idv è ora di fatto all’opposizione. Il Pd, invece, sostiene il governo. E le scaramucce tra i due partiti non sono mancate negli ultimi tempi. Cosa ne sarà dell’alleanza Pd-Idv? “Noi – afferma sicuro il senatore dell’Italia dei valori – abbiamo votato la fiducia al governo perché consapevoli che necessitavamo di recuperare la faccia dopo gli anni di Berlusconi. Ma abbiamo sempre sostenuto che l’esecutivo avrebbe dovuto adempiere a pochi compiti per poi traghettare il Paese alle elezioni in tre, quattro mesi. Così non sarà e dunque verificheremo tutti i provvedimenti, di certo non appoggeremo un governo che dà beneficio solo alle banche. Se il Pd lo sosterrà fino alla fine, farà per conto proprio. Dopodiché decideremo sul da farsi”.

 

1 Commento per “C’è un’Italia beffata, parola di Pedica”

  1. […] annunciato domenica che la manifestazione contro Equitalia del 15 gennaio (di cui ha riferito anche nell’intervista a T-Mag) sarà rinviata “perché non voglio essere associato a quegli imbecilli di Forza […]

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