Il downgrade di S&P spiegato dai giornali | T-Mag | il magazine di Tecnè

Il downgrade di S&P spiegato dai giornali

L’ufficialità è giunta nella tarda serata di venerdì, a mercati chiusi. Già nel pomeriggio le voci che si rincorrevano facevano presagire il peggio anche se in verità l’agenzia statunitense, Standard & Poor’s aveva messo in guardia settimane prima i governi dei Paesi su cui si sarebbe ipoteticamente abbattuta la scure sul rating sovrano. Così è successo che Francia e Austria hanno perso la tripla A (unico Paese dell’eurozona a mantenerla è adesso la Germania) e anche l’Italia è stata retrocessa alla valutazione BBB+.
La decisione di S&P è avvenuta con una tempistica a dir poco sospetta, alla vigilia di provvedimenti si spera dirimenti al fine di superare la crisi economica. E nel giorno, oltretutto, in cui l’Institute of international finance – che rappresenta le banche e i creditori privati – annunciava la sospensione delle trattative con Atene per la ristrutturazione del debito.
Per il commissario europeo agli Affari economici dell’Ue, Olli Rehn, quella di S&P è stata una “decisione aberrante”. Il governo italiano l’ha invece giudicata “un attacco all’Europa che richiede una risposta collettiva”. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha rassicurato tuttavia i partner europei: “Il downgrade di Standard & Poor’s non affosserà il Fondo salva-stati temporaneo Efsf”. A farne maggiormente le spese, però, potrebbe essere proprio Sarkozy, in vista delle presidenziali francesi. Abbiamo raccolto di seguito alcune analisi pubblicate l’indomani del taglio del rating stabilito da S&P.

Alessandro Merli, Il Sole 24 Ore – Sarebbe controproducente se l’annuncio di S&P producesse solo l’abituale litania di contumelie contro le agenzie di rating, peraltro non un protagonista incolpevole della crisi globale prima ancora di quella dell’eurozona. Bisogna abituarsi a considerare i giudizi delle agenzie per quello che sono (in attesa che la loro riforma, lenta, da parte delle autorità, le spogli di quel carattere di semi-ufficialità che le autorità stesse gli avevano offerto): e cioè delle opinioni. Discutibili come altre […] . In particolare, per quanto riguarda il caso dell’Italia, il doppio declassamento appare una decisione presa con lo sguardo fermamente rivolto allo specchio retrovisore.

Massimo Gaggi, Il Corriere della Sera – Certo, anche se accompagnata dalle «bocciature» di parecchi altri Paesi, dalla Francia all’Austria, dalla Spagna al Portogallo, il passo indietro di due caselle dell’Italia, che la porta al livello di Paesi come il Perù, non è di certo incoraggiante per il nostro governo. Ma questo declassamento non può cancellare la consapevolezza che il Paese sta finalmente tentando di imboccare la direzione giusta. Un dato che, oltre che dalle istituzioni e dai partner europei, viene riconosciuto anche dai mercati che col positivo andamento delle aste dei titoli del Tesoro, soprattutto a breve termine, dimostrano di avere una certa fiducia sulla stabilizzazione della situazione italiana, almeno nei prossimi 12-18 mesi.

Roberto Petrini, La Repubblica – Nonostante le difficoltà della trattativa e gli alti bassi quotidiani delle euroburocrazie, la linea è tracciata: l’Europa assumerà entro marzo un nuovo trattato che prevede di tenere i deficit strutturali entro lo 0,5 per cento del Pil e impegna i paesi membri a ridurre di un ventesimo l’anno i propri debiti. Anche il Fondo salva stati, sebbene con tutte le incertezze e i problemi contingenti, è diventato uno strumento destinato a far parte del patrimonio europeo e, come dice il suo statuto, potrà intervenire direttamente sul mercato primario dei titoli di Stato. Senza contare la presenza a Francoforte di Mario Draghi che con abili mosse di politica monetaria ha fatto il possibile per stemperare la tensione sui mercati. La mossa delle agenzie di rating potrebbe essere così un colpo di coda, anche perché a Strasburgo, seguendo le indicazioni del G20 giunte dopo la crisi dei subprime del 2007-2008, c’è una proposta di regolamentazione delle agenzie di rating che prevede, ad esempio, la sospensione dei giudizi nei momenti più critici dei singoli paesi.

Mario Deaglio, La Stampa – È ben possibile che gli esperti di Standard & Poor’s siano arrivati ieri mattina all’aeroporto romano di Fiumicino e abbiano avuto molta difficoltà a trovare un taxi nel giorno della «rivolta» dei tassisti.
Il giudizio negativo di Standard&Poor’s appare pesantemente politico, nel senso che suona come una dichiarazione di aperta sfiducia non tanto nelle cifre inoppugnabili – della manovra, ma nella capacità del governo Monti di realizzare il suo programma.
Un giudizio ancor più grave perché pronunciato il giorno dopo l’aperto appoggio del cancelliere tedesco. Se però ce ne fosse stato bisogno, la «rivolta» dei tassisti di ieri ha rappresentato un chiaro esempio dei problemi strutturali del Paese e della difficoltà di risolverli.

Mario Sechi, Il Tempo – Quel che non possiamo prevedere è la reazione del governo Monti. Il professore è stato chiamato a Palazzo Chigi per tenere il bilancio in ordine e convincere i mercati sulla coerenza della manovra economica e la sua reale fattibilità. Nonostante la professione di sobrietà e altre dichiarazioni sopra e sotto il loden, l’esecutivo non ha convinto i mercati, cioè chi compra e chi vende i titoli del debito italiano e delle imprese quotate. Perché? Nel piano di Monti la parte dedicata alla crescita non si vede e quella dei tagli alla spesa pubblica è desaparecida. Siamo in recessione e con una manovra depressiva, taxi e aspirina non sono il rilancio del Pil, ma la botteguccia triste e un po’ polverosa del liberale alle vongole. Figurarsi quanto si impressionano davanti all’imperdibile «riforma del 3570» quelli delle agenzie di rating, abituati a bruciare i capitali delle nazioni e superare impuniti gli scandali dove c’è il loro zampino. È evidente che il Vecchio Continente così finisce a carte quarantotto e un capo di governo dovrebbe combattere con astuzia e coraggio. Qui emerge però il limite reale del governo tecnico. Nato per assecondare Bruxelles e tradurre in politica la lettera dell’austerità costi quel che costi, non può che ripeterne lo schema, non ha sufficiente autonomia, non può alzare la voce perché non conosce la durezza dell’arena politica e la dura legge del voto. Quel che invece serve è proprio la politica. A questo punto dovrebbero essere i leader di partito – Berlusconi, Bersani,Casini e chi ci sta – a riunire il Parlamento e dare al governo dei tecnici un mandato per rovesciare un tavolo europeo che così apparecchiato fa pena. E la Francia avrebbe un egoistico motivo per stare dalla nostra parte. Servono statisti. Con Winston Churchill un’agenzia di rating non avrebbe abbattuto un continente. Sarebbe semplicemente e per sempre fuorilegge.

F. G.

 

Scrivi una replica

News

Via libera di Camera e Senato alle risoluzioni sul Def

Il Parlamento ha approvato il Def, il Documento di economia e finanza. Le Aule di Camera e Senato hanno dato il via libera alle risoluzioni…

24 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Giorgetti: «Il nuovo Patto di stabilità è sicuramente un compromesso»

Il nuovo «Patto di stabilità approvato ieri dal Parlamento europeo è sicuramente un compromesso,non è la proposta che il sottoscritto aveva portato avanti in sede…

24 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

«Nel 2023 in Italia oltre 1.400 attacchi cyber»

Nel 2023 l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha trattato 1.411 attacchi cyber, in crescita su base annua (+29%). Aumentati anche i soggetti colpiti, passati da…

24 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Ucraina, la Commissione europea ha erogato la seconda tranche del finanziamento ponte eccezionale a Kiev

La Commissione europea ha erogato all’Ucraina la seconda tranche del finanziamento ponte eccezionale nell’ambito dell’Ukraine facility. L’importo è di 1,5 miliardi di euro. «L’Ucraina porta…

24 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »
Testata registrata presso il tribunale di Roma, autorizzazione n. 34/2012 del 13 febbraio 2012
Edito da Tecnè S.r.l - Partita Iva: 07029641003
Accedi | Disegnato da Tecnè Italia