La generazione 2.0 alla prova del voto | T-Mag | il magazine di Tecnè

La generazione 2.0 alla prova del voto

L’ultima indagine di Tecnè Italia pubblicata su l’Unità del 23 gennaio traccia un profilo inedito dei 17enni di oggi, che voteranno per la prima volta alle prossime elezioni politiche nel 2013. “Non hanno mai conosciuto la prima Repubblica – commenta Carlo Buttaroni, Presidente di Tecnè Italia e Sociologo – si sono formati interamente durante gli anni della seconda. Nonostante questo non hanno mai avuto l’opportunità di eleggere un proprio rappresentante, esprimere un giudizio di merito sui governi che hanno tracciato il loro futuro, dare un indirizzo politico attraverso il voto. Apolidi nella società in cui hanno mosso i primi passi e sono cresciuti. Vivono l’assenza di valori, di mode propositive, di costumi edificanti, immersi in una società nascosta nel quale predominano gli spazi grigi e la notte della coscienza”.

Li abbiamo chiamati “generazione Forrest”, dalla pellicola vincitrice del premio Oscar, perché ci sono dei tratti comuni con il protagonista: questi ragazzi sono ottimisti, attenti alle novità, positivamente orientati verso i diritti civili, la convivenza sociale e il bene comune. E naturalmente ipertecnologici. Il 71% è convinto che valga la pena impegnarsi per valori come l’uguaglianza sociale e la solidarietà, piuttosto che puntare sui soldi e sul successo personale. Nel complesso sono soddisfatti del proprio tenore di vita (57%), ma allo stesso tempo, sono titubanti rispetto al futuro, anche perché un giovane su due, ha paura di non trovare lavoro. Forse mediato dal mondo degli adulti la questione dell’occupazione emerge con forza: il 52% considera il lavoro il problema principale.
Non si sentono rappresentati nella difesa dei loro diritti, se non parzialmente dai sindacati e dalle istituzioni. Nonostante questo non sono disattenti nei confronti della politica, di cui seguono le vicende prevalentemente attraverso internet o parlandone con gli amici (il 26% degli intervistati). Mentre solo il 15% si informa di politica attraverso i canali tradizionali: giornali e tv. Tre giovani su quattro, si collocano all’interno di un campo politico, appaiati allo stesso livello (37%) i due schieramenti, con il 26% che non si sente di nessuna area politica. Alla domanda per chi voterebbe oggi, il 53% degli intervistati non saprebbe quale partito votare. “Ha le gambe robuste, signora Gump, robuste come quelle dei bambini forti, ma la sua schiena è più contorta della mente di un politico”.

“Andranno alle urne per la prima volta per un’elezione nazionale, l’anno prossimo – conclude Carlo Buttaroni – avendo maturato i pieni diritti politici. Nel frattempo lo scenario all’interno del quale sono cresciuti è cambiato. E’ calato il sipario sulla seconda Repubblica e il Paese vive i fermenti e le tensioni che precedono l’entrata in scena della terza. E la “generazione Forrest” vive l’ansia di un credito di fiducia mai pienamente accordato. Esprime una domanda di rinnovamento e di riscatto, attende ma non si affida, ha bisogno di strumenti reali per creare e nuovi luoghi dove produrre, per dare vita a un nuovo patto che permetta ai giovani, di conoscersi, capirsi, collaborare, integrarsi reciprocamente, senza omologazioni e senza perdite d’identità”.
Di seguito il quadro completo della ricerca. Qui l’articolo di Carlo Buttaroni pubblicato su l’Unità.

 

2 Commenti per “La generazione 2.0 alla prova del voto”

  1. […] o il minore costo della vita (11,8%). I dati fanno il paio con l’ultima indagine Tecnè sulla Generazione 2.0, secondo cui il 52% dei ragazzi 17-21enni considera il lavoro il principale problema. Ma viene da […]

  2. […] o il minore costo della vita (11,8%). I dati fanno il paio con l’ultima indagine Tecnè sulla Generazione 2.0, secondo cui il 52% dei ragazzi 17-21enni considera il lavoro il principale problema. Ma viene da […]

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