Pirateria online. Anche l’Italia ha il “suo” SOPA
Dopo le polemiche oltreoceano sul SOPA e sul PIPA, i testi di legge contro la pirateria online – al momento congelati dopo lo sciopero della Rete del 18 gennaio – in Italia ecco in arrivo le polemiche per via dell’emendamento Fava alla Legge Comunitaria 2011.
Si tratta di un testo volto anche in questo caso a difendere il diritto d’autore, che pecca però – a detta degli esperti in materia – di un vuoto profondo riguardo la libertà di espressione in Rete. Una sorta, potremmo dire, di replay di ciò che fu il comma ammazza-blog di cui si parlò a lungo alcuni mesi fa (e, ancora prima, di altre proposte simili).
Stavolta ad avere presentato questo emendamento – licenziato giovedì scorso in commissione Affari comunitari della Camera – è stato il deputato della Lega Nord, Gianni Fava.
“Nella prestazione di un servizio della società dell’informazione consistente nella memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio – si legge nel testo -, il prestatore non è responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio, a condizione che detto prestatore: non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l’attività o l’informazione è illecita e, per quanto attiene ad azioni risarcitorie, non sia al corrente di fatti o di circostanze che rendono manifesta l’illiceità dell’attività o dell’informazione; non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso”. In altre parole la misura renderebbe possibile bloccare un sito internet per contenuti illegali, solo su segnalazione di un utente e senza ricorso a magistratura o Agcom.
Per il momento il governo non ha espresso una posizione ufficiale sull’emendamento.