Giglio, Pierluigi Foschi: “Accuse ignobili contro Costa Crociere”
Il presidente e amministratore delegato di Costa Crociere, Pierluigi Foschi, è stato ascoltato in merito al naufragio della Costa Concordia nel corso di un’audizione in commissione Lavori Pubblici al Senato. Per l’ad di Costa Crociere, quello avvenuto il 13 gennaio davanti all’isola del Giglio è stato un “tragico incidente che non doveva avvenire e poteva non avvenire”.
Durante l’audizione, Pierluigi Foschi ha anche respinto le accusa di aver imbarcato clandestini “è impensabile- ha sostenuto con fermezza Foschi- che una compagnia come Costa crociere, con il suo patrimonio di esperienze, si possa permettere di avere a bordo di una sua nave dei clandestini. Sui nostri accessi a bordo c’è un sistema all’avanguardia. Tutti sono fotografati e registrati con un codice. È impensabile ci siano clandestini sulla Costa Crociere.”
Insomma, sostiene Foschi, sulla flotta della compagnia non ci sono né clandestini né tantomeno lavoratori irregolari “Dal 2003- ha spiegato l’ad di Costa Crociere- abbiamo una certificazione sul lavoro e siamo gli unici ad averla adottata. I nostri fornitori devono certificare di non utilizzare lavoro minorile” e vengono garantite “parità di religione, di paga, e genere. Siamo sotto controllo stretto dell’autorità americana”. “Queste accuse- ha concluso Pierluigi Foschi- sono indegne”.
Un “tragico incidente che non doveva avvenire e poteva non avvenire”, ma che purtroppo si è verificato ed ora gli inquirenti cercano di far luce su quanto accaduto in quei momenti. Secondo il racconto di Foschi, il capitano della nave, Francesco Schettino, ha avvertito prontamente Ferrarini, chiamandolo e informandolo “nella prima telefonata di avere avuto un incidente grave. Nella seconda commenta che la galleggiabilità della nave non è compromessa e di aver avvisato gli ospiti della nave. Alle 22.33 il comandante informa Ferrarini dello stato dello sbandamento della nave, e due minuti dopo, alle 22.35, Schettino ha rivelato l’intenzione di voler abbandonare la nave”. Momenti drammatici, quelli del naufragio e che, secondo quanto riferito da Schettino, non sono stati registrati dalla scatola nera a bordo della nave, perché quest’ultima non funzionava da 15 giorni. Ma la testimonianza del capitano della Costa non trova riscontro in quanto sostenuto oggi da Foschi “La scatola nera- ha detto l’ad della compagnia navale- non era rotta. C’era un inconveniente segnalato il 10 gennaio e l’11 mattina i tecnici si sono messi in contatto con l’azienda costruttrice. Si è evidenziato un piccolo problema di coordinamento, ma che non ha inficiato la trasmissione dati e la capacità di leggere la scatola nera”.