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Il fantastico mondo dell’Italia liberalizzata

di Mario Piccirillo

L’Italia liberalizzata è un posto divertentissimo. Farmacie, notai, benzinai, tassisti, tir… d’un tratto Monti va in tv, dice poche cose abbastanza chiare, e il mondo esplode in uno sbuffo di nonsense. Peppino, il mio benzinaio, in piena confusione informativa ha cominciato a vendere Aulin. Ma non lo vende a tutti, dice che bisogna presentare la precettazione. Lui è un imprenditore vero: ha creato una società con capitale sociale di un euro, e si è messo a spacciare vapori di benzina in bottiglia: prima sniffata a gratis, poi… E’ il mercato che lo chiede, “lo chiede l’Europa!” gridava addirittura lui. Ma la richiesta c’è davvero: tre chilometri di fila sotto casa mia per fare benzina, voglio dire. Ad un certo punto il 267esimo della coda, preso dal panico, ha cominciato a trivellare il marciapiede alla ricerca di petrolio raffinato. E un altro, contagiato dall’ansia generale, ha fatto il pieno alla bici. Tutto assolutamente normale. Perché se i tir strozzano le autostrade lasciando una sola corsia libera, è chiaro che arriva meno ossigeno al cervello del Paese. Tutto funziona su ruota, in Italia. Pure la logica. Per cui è normale che zia Rosa sia tornata dal supermercato alquanto risentita perché le zucchine senza piombo stavano a 1,8 al litro, 1,75 al self service. E tu che hai scelto di rispondere alla crisi andando a piedi, rischi di diventare uno “sfigato” tagliato fuori da tutte le conversazioni d’ascensore. Ho aspettato vanamente che l’autority sugli scioperi terminasse di valutare sanzioni per i tassisti, prima di passare a valutare sanzioni per i camionisti. Ma sta ancora valutando, deve essersi impallata. E allora ho pensato: sai che c’è? Quasi quasi… E ho messo l’annuncio sul giornale: vendesi benzina di seconda mano, usata pochissimo, ciucciata fresca fresca stanotte in parcheggio biologico. Un successone: alla mia porta si è formata una fila di benzinai pronti a barattare anche i propri cari pur di averne un pochino. Peppino, dato il successone, non si è mica fermato. Ha coperto il cartello del prezzo della verde con la scritta “trattativa riservata”, e poi ha assunto un notaio liberalizzato per garantire il rogito immediato a quei fortunati che riuscivano ad aggiudicarsi un pieno. Stamattina, gasatissimo, ha chiamato Galliani: “Ué, sta buono lì, che il Tevez me lo ciuccio io…!”. E visto che taxi non ce n’è più da un po’ (tutti reimpiegati come lottatori clandestini), Peppino ha chiamato radioTir per andare all’aeroporto: “Autotreno Secondigliano 7 in arrivo tra 5 minuti”. Vedi che alla fine, in questa Italia liberalizzata, tutto torna, tutto funziona? Basta lasciarsi trascinare, e vedere l’effetto che fa. Uno sballo, proprio.

Mario Piccirillo è giornalista dell’agenzia Dire e ha un blog, qui.

 

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