Istat, retribuzioni orarie 2011 ai minimi dal ’99
Le retribuzioni contrattuali orarie nella media del 2011 aumentano dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Lo rileva uno studio condotto dall’Istat. Dai dati raccolti emerge che, quella del 2010, è la crescita media annua più bassa dal 1999.
Guardando ai diversi settori, aumenti significativamente superiori alla media si registrano per i comparti “militari-difesa” (3,3%), “forze dell’ordine” (3,1%), “gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi” (3,0%). Mentre le variazioni più contenute interessano “ministeri” e “scuola” (per entrambi l’aumento è dello 0,2%), “regioni e autonomie locali” e “servizio sanitario nazionale” (0,3% in ambedue i casi).
Lo studio dell’Istat rivela che, nel mese di dicembre, la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,4%) e il livello d’inflazione (+3,3%), su base annua, ha toccato una differenza pari a 1,9 punti percentuali. Questo secondo i dati Istat è il divario più alto dall’agosto del 1995.
La forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,8%) e il livello d’inflazione (+2,8%) raggiunge un divario pari a 1 punto percentuale, anche in questo caso si tratta dello scarto più forte dal 1995.
E’ notevolmente salita la media dei mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto. A dicembre 2011 l’attesa, infatti, supera la soglia dei due anni (24,9 mesi) in aumento rispetto allo stesso mese del 2010 (14,5). Lo rileva la ricerca dell’Istat.