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Tecnologia. Dal cellulare allo smartphone

di Matteo Buttaroni

E’ ormai centenaria la storia della telefonia mobile, basti pensare che il primo modello di telefono mobile risale addirittura al 1910, quando Lars Ericcson, fondatore nel 1876 dell’omonima azienda diventata poi multinazionale, fu convinto dalla moglie Hilda a comprarsi un auto e a montarci il primo telefono al di fuori delle mura domestiche o commerciali. Ovviamente non stiamo qui a spolverare la storia del mobile sin dagli albori, ma questo piccolo accenno ci serve per ricordarci da dove iniziò il tutto.
Una serie di innovazioni si susseguirono per tutti gli anni ’50 e ’60, portando migliorerie tecniche, dimensionali ed energetiche, rimanendo però sempre legate alle automobili.
Per veder realizzato il primo vero dispositivo cellulare bisogna aspettare il 1973, anno in cui l’ingegnere americano Martin Cooper sviluppa la tecnologia cellulare DynaTAC con il telefono Motorola DynaTAC 8000X. Questo modello, ben diverso dall’idea di telefonino che abbiamo oggi, pesava 1,5 Kg. Fu nel 1979 ch ebbe inizio la vera e propria rivoluzione, è in questo anno infatti che si cominciano a diffondere i primi telefoni a tecnologia cellulare in Giappone. Nel 1983 la Federal Communications Commission accettò la commercializzazione del DynaTAC 8000x, che fu totalmente revisionato e allegerito fino al peso di 793 grammi.
Da qui in poi il “boom”. Nel 1985, in Scandinavia, Inghilterra, Giappone, a New York, Philadelphia, Pechino e Hong Kong cominciano a diffondersi i primi sistemi cellulari, per arrivare finalmente anche in Italia nel settembre dello stesso anno grazie alllo sviluppo a Roma e Milano della nuova rete RTMS (Radio Telephone Mobile System). Nel 1989 la Motorola mise a punto il MicroTac 9800X e, se il DynaTac detiene il record del primo cellulare commercializzato, il MicroTac detiene il record di primo telefono cellulare con vibrazione, primo cellulare a montare una batteria con tecnologia al Litio e primo cellulare a disporre di segreteria telefonica. Nel frattempo in Italia la rete RTMS raggiunge la quota di 100 mila abbonati. Da qui in poi il telefono cellulare perde le sue caratteristiche di “oggetto di lusso” e diventa oggetto di uso comune, ovviamente non tutti possono permetterselo però la diffusione ha inizio.
Nel 1991 viene lanciato il sistema Gsm che fa passare la rete da analogico a digitale, tecnologia che consente di spostarsi di paese in paese senza bisogno di cambiare telefonino ad ogni frontiera.
Nel 1997 entra in scena il Wap, ovvero la connessione ad internet mediante dispositivo mobile. Tecnologia che porterà allo sviluppo dei palmari e dei primi smartphone, ma andiamo con ordine. Un boom pazzesco lo ebbe alla fine degli anni ’90 la Motorola, lanciando un telefono veramente innovativo: lo StarTac. Primo dispositivo ad aprirsi a conchiglia, lanciò una vera e propria moda proponendo anche la prima “small Sim card”.
Qualche anno dopo la Motorola stupì ancora lanciando il “Dattero”, un telefonino dalle dimensioni così ridotte da meritare appunto quel nomignolo.
Nel 1999 entrò in scena anche la Nokia con il 3210, un cellulare di bassa fascia che però diventò una vera istituzione, tanto da far registrare un boom di vendite a se stesso e ai suoi successori (3310, 3330, 3510 e così via). Il telefono non ci mise molto a diventare di moda tra i giovani, grazie anche ai giochi in esso contenuti, che a parlarne adesso potrebbe sembrare una banalità, ma quasi 15 anni fa avere videogiochi in un telefonino come Snake e Space Impact non era poco. Da qui in poi la diffusione dei telefoni cellulari, sempre migliori e sempre più innovativi, divenne una cosa all’ordine del giorno. Si passò dalla produzione di un modello all’anno ad uno ogni sei mesi, fino ad arrivare a 4-5 modelli all’anno, per ogni marca e per ogni fascia economica.
Altra rivoluzione tecnologica si ebbe con l’introduzione dei colori nei display dei dispositivi mobili, qui iniziò una guerra a “chi più ne ha più ne metta”. Si cominciò con i semplici tre colori base: blu, rosso e giallo. Man mano si passò ai 16, ai 256, ai 64 mila fino ad arrivare ai 16 milioni di colori. Da qui il passaggio allo smartphone fu breve. Da qui si iniziò anche a pensare ad una nova modalità di concepire il telefono, si passò dal progettare telefoni sempre più piccoli come il Panasonic A102, al progettarne sempre più grandi, soprattutto per rendere più esteso lo schermo. Lo smartphone, chi oggi non ne ha uno? Poche sono le persone che non hanno uno smartphone, ma come per tutte le tecnologie ne rimarranno sempre meno. C’era chi, al momento della diffusione del telefono, diceva: “Ma che ci faccio, mi riempe solo le tasche ed è uno spreco di soldi, non ne comprerò mai uno”. Parole naturalmente buttate al vento.
Il primo smartphone fu progettato dalla IBM nel 1992 e, chiamato Simbian, era dotato di giochi, touchscreen, web, calcolatrice e agenda personale. La prima commercializzazione si ebbe però solo nel 2007 grazie ad Apple, che ne diede il via, creando l’iPhone 2G o iPhone Edge. Poco tempo dopo ci fu il vero avvento dello smartphone e alla corsa all’oro del mobile si aggiungono anche Google con il suo sistema operativo Android e il colosso Microsoft con sistema operativo Windows Phone. Oramai tutto si può fare con lo smatphone, dal collegarsi ad internet al parlare gratis con i gli appositi programmi di messaggistica tipo Viber e WhatsApp, si possono fare video in HD, si possono guardare film, leggere libri, conoscere i prezzi dei vari prodotti prima di andare alla cassa del supermercato, si può usare il sistema di navigazione, si possono scaricare file di ogni tipo e sì – sembra incredibile – ci si può “anche” telefonare.

 

1 Commento per “Tecnologia. Dal cellulare allo smartphone”

  1. […] telefonino compie oggi, 3 aprile 2013, quarant’anni. Era il 3 aprile del 1973 l’ingegnere Cooper fece […]

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