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Il “fine vita”, tra Marco Bellocchio e le gemelle Kessler

di Fabio Germani

La bella addormentata è il film che Marco Bellocchio ha iniziato a girare da qualche settimana. Tra le polemiche, come era presumibile. La pellicola è ispirata alla vicenda di Eluana Englaro, rimasta in stato vegetativo per 17 anni a seguito di un incidente stradale e alla quale, nella casa di riposo La Quiete di Udine, venne interrotta nel 2009 la nutrizione forzata dopo un lungo periodo di battaglie e sofferenze per il papà Beppino.
Non molti giorni fa sono state enfatizzate le parole delle gemelle Kessler, intervistate da Chi. “Se una di noi si ridurrà allo stato vegetativo, l’altra l’aiuterà a uscire di scena”, hanno rivelato le due icone, oggi 75enni, della televisione.
Quello dell’eutanasia è un tema da molto tempo al centro del dibattito politico e sociale. Anche se, è bene precisarlo, sarebbe più opportuno in questo caso parlare di testamento biologico. “Prendendo in considerazione i dati relativi agli anni 2007, 2010 e 2011 – rileva l’Eurispes nel Rapporto Italia 2012 –, si riscontra innanzitutto una maggioranza assoluta di quanti si dicono favorevoli all’introduzione di una legge sul testamento biologico che non scende mai al di sotto del 70%. Nell’arco temporale considerato, si registra però inizialmente un aumento dei favorevoli (dal 74,7% 2007 all’81,4 del 2010) e in seguito una flessione (77,2% 2011). Anche nella rilevazione effettuata quest’anno – prosegue l’Eurispes – si è evidenziato un ulteriore cambiamento che ha fatto registrare il 65,8% dei favorevoli al testamento biologico e, in parallelo, aumentare il numero dei contrari (30,3%), ciò potrebbe essere dovuto all’attenuazione degli effetti sull’opinione pubblica prodotti da alcuni casi di grande rilevanza mediatica negli anni passati. Allo stesso tempo, negli anni, è diminuito il numero di quanti si sono astenuti dall’esprimere un giudizio”.
Attorno al tema la dialettica si è sviluppata sulla contrapposizione laici-cattolici e il disegno di legge del luglio 2011 non ha contribuito a fare chiarezza. Le dichiarazioni anticipate di trattamento da parte del paziente non sono vincolanti per i medici e la nutrizione e l’idratazione artificiali sono applicabili solo nei casi terminali, laddove vi è un’accertata assenza di attività cerebrale. In Germania – per fare un paragone con i nostri partner europei – le dichiarazioni anticipate dei pazienti sono al contrario vincolanti (la legge per il testamento biologico è del 2009). In Francia (lo strumento legislativo risale al 2005), qualora le cure servissero a poco, il medico deve astenersi da qualsiasi forma di accanimento terapeutico. Un po’ come in Spagna, dove il paziente deve rendere nota per iscritto la propria volontà di non subire alcun accanimento nel caso in cui, in un successivo momento, non fosse più in grado di intendere e di volere. Nel Regno Unito il fine vita non è disciplinato, ma i precedenti hanno consolidato di fatto la prassi con cui i medici evitano di somministrare trattamenti inutili.
A novembre dello scorso anno fece molto scalpore la morte, avvenuta in Svizzera con suicidio assistito, di Lucio Magri, tra i fondatori del Manifesto. Una sorta di assistenza al suicidio è consentita anche in Olanda. In questo caso il medico che provoca la morte del malato consenziente deve rispettare determinate procedure previste dalla legge. Il primo marzo all’Aja aprirà la prima clinica olandese specializzata in eutanasia.

 

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