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La corruzione: un muro per la crescita

Facciamo un passo indietro. È il 17 febbraio del 2010, quindi un paio di anni fa. A parlare è il presidente della Corte dei Conti di allora, Tullio Lazzaro: “La corruzione oggi è diventata soprattutto un fenomeno di costume”.
Giorni nostri. Il presidente della Corte dei Conti in carica, Luigi Giampaolino, lancia l’allarme: “Illegalità, corruzione e malaffare sono notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente alla luce”.
Non sono delle novità, intendiamoci. Sono discorsi triti e ritriti su cui – chi più, chi meno – commettiamo tutti lo stesso errore: parlarne a tempo debito per poi dimenticarsene il giorno dopo. Reiterare questo atteggiamento così frivolo è da scongiurare più che mai in un periodo di crisi e di stagnazione economica. Ci si riempie di belle parole sulla crescita, una chimera se prima non si debellano quei fenomeni che al contrario la rallentano. Alla vigilia dell’incontro alla Casa Bianca tra Mario Monti e Barack Obama il Time dedicò la copertina al nostro premier (Può quest’uomo salvare l’Europa?). L’intervistatore chiese a Monti se era intenzione del governo provare a cambiare “la cultura e un certo modo di vivere e di lavorare degli italiani”. In quell’occasione (Monti rispose praticamente di sì) ci concentrammo soprattutto sul modo di lavorare degli italiani, reduci dalla precedente battuta del premier in tv sul posto fisso e dalle polemiche sull’articolo 18. Sottovalutammo, perciò, il modo di vivere che, al di là della retorica, riguarda anche questi aspetti e condiziona l’armonia sociale.
È una questione di numeri, come sempre. Tra gli indicatori più importanti per misurare lo stato di salute di un’economia ci sono il tasso di legalità, l’efficienza del governo e il controllo della corruzione. Tre capitoli che stando ai Worldwide Governance Indicators (Wgi) della Banca Mondiale – come ricordava a inizio novembre dello scorso anno il presidente del Centre for European Policy Studies (Ceps) di Bruxelles, Daniel Gros, su Lavoce.info – hanno segnato nell’ultimo decennio una notevole flessione rispetto agli altri Paesi dell’eurozona, Grecia inclusa.
“Bisogna costruire e diffondere una sempre più necessaria cultura della legalità per contrastare i dilaganti fenomeni della corruzione”, ha chiosato a tale proposito il procuratore generale della Corte dei Conti, Lodovico Principato. Ovvero cambiare modo di vivere, ottimizzare il nostro quotidiano. “Analisi accurate condotte per l’imposta sul valore aggiunto – rileva la Corte dei Conti, giusto per rendere un’idea di malcostume – evidenziano per l’Italia un tax gap superiore al 36%, che risulta di gran lunga il più elevato tra i paesi europei con l’eccezione della Spagna, per la quale lo stesso rapporto supera il 36%. Dalle analisi condotte emerge una caduta compliance, sia in Italia che nel resto d’Europa, durante la crisi che ha preceduto quella attuale, e cioè nel 2008 e nei primi mesi del 2009. A partire dall’ultimo trimestre 2009 si è registrato un generalizzato fenomeno di recupero di compliance, tuttavia meno accentuata per l’Italia rispetto agli altri grandi Paesi europei”.
Il ministro della Giustizia, Paola Severino, in riferimento al ddl anticorruzione all’esame delle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia della Camera ha osservato che “sulla corruzione va condotta una battaglia veramente seria”.
“Oggi – ha quindi rassicurato – stiamo parlando di prevenzione, poi partirà il grande progetto sulla corruzione. C’è bisogno di tempo per prepararlo in maniera corretta. Io credo molto in questo progetto e i progetti in cui si crede sono quelli sui quali accentrare la massima attenzione”.

F. G.

 

1 Commento per “La corruzione: un muro per la crescita”

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