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Tecnologia. Dal vinile al file mp3

di Matteo Buttaroni

Come per tutte le tecnologie degne di questo nome, per analizzare la storia e la cronologia degli strumenti di riproduzione dell’audio, o della musica più in generale, bisogna partire dall’analogico per arrivare pian piano al digitale. Il primo strumento in grado di riprodurre suoni preregistrati e pronti da diffondere alla massa fu il disco a 78 giri. Inventato nel 1888 da Emile Berliner, il disco fonografico circolare, più comunemente chiamato disco a 78 giri perché 78 erano appunto i giri che il disco doveva fare al minuto per riprodurre il suono, rimase il supporto standard di riproduzione di supporti audio fino all’introduzione del disco in vinile, negli anni ’40. Prima di essere sostituiti dai dischi in plastica i dischi da 78 giri erano in lamina di metallo ricoperti di gommalacca. La riproduzione di questi supporti avveniva mediante i fonografi, prima, e mediante i grammofoni, più tardi. L’introduzione del vinile, avvenuta nel 1948 negli Stati Uniti, permise di passare dai dischi a 78 giri ai dischi a 33 giri e 1/3, riducendo di molto le imperfezioni del suono ma non solo, anche le dimensioni. Sempre in quegli anni cominciò anche la diffusione dei 45 giri, dischi in vinile della grandezza di soli sette pollici, dischi che consentivano di introdurre fino a due brani, utilizzando però entrambe le facciate. Per la riproduzione di questi dischi ci si serviva sempre di un grammofono al quale si cominciò ad affiancare negli anni un amplificatore elettronico e degli switch in grado di selezionare la velocità di lettura del disco, che sia stato di 78, di 33 e 1/3 o 45 giri. Questo tipo di riproduzione è stato largamente usato fino addirittura agli anni novanta. Da qui in poi, soprattutto, grazie ai dischi a 45 giri, iniziò la diffusione “portatile” della musica, grazie ai mangiadischi.
Nel frattempo, più precisamente nel 1963, nacque e si diffuse, assai rapidamente, la musicassetta grazie alla Philips. Supporto fonografico a nastro magnetico, fu molto utilizzato fino ai primi anni del nuovo millennio. Sulla stessa modalità dei dischi in vinile dava la possibilità di registrare su entrambi i lati. Nonostante la diffusione di altri supporti, come lo Stereo 8, usato soprattutto nelle auto, la musicassetta si affermò molto più facilmene e si diffuse molto più rapidamente. I vari formati di musicassette si distinguevano solamente per la loro durata facilmente riconoscibile dal numero accanto alla lettera C, come per esempio C46, da 46 minuti totali, quindi 23 minuti per lato, C60 da 30 minuti per lato, C70, C74, C90, e C120. La massiccia distribuzione si fermò, gradualmente, per via dell’avvento, dei cd audio. Nati nel 1988 i Cd-R cominciarono ad essere usati per la riproduzione dell’audio solo un decennio più tardi. A differenza di tutti i supporti precedenti, sul compact disc l’audio veniva (e viene) registrato in maniera digitale, ovvero, i dati impressi sono registrati in bit e più precisamente in 16 intervalli. Evolvendosi, come ogni tipo di tecnologia, nei primi anni del duemila, vennero ampliati in dvd, supporti cioè che possono contenere fino a 4,7 Gb di dati, consentendo di inserire file audio compatibili con sistemi 5.1, in poche parole cinque canali più un subwoofer, ovvero una cassa speciale per la riproduzione delle frequenze più basse.
Da qui in poi iniziò una rapida diffusione del file audio, ovvero una versione digitalizzata di una canzone e fu grazie a questo tipo di formato che nacquero i lettori mp3. Inizialmente i dischi in formato mp3 potevano essere ascoltati solamente attraverso i computer o i lettori dvd domestici, ma pian piano cominciarono a diffondersi i lettori portatili per poi arrivare ai lettori con memoria integrata ed espandibile fino ad arrivare agli iPod.
Il primo lettore mp3 fu presentato dalla Saehan Information Systems nel 1988 in occasione dell’evento CeBIT. Di uso comune per tutto il primo decennio degli anni duemila sembra già destinato a scomparire a causa della nascita degli smartphone che, con un lettore mp3 integrato, consentono di avere molte funzionalità in più all’interno dello stesso dispositivo.

 

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