Angelino Alfano, prove da leader 2.0
La presenza costante su Facebook, la figura da moderato nella fase di transizione del governo Monti e la gestione delle situazioni più delicate (come la vicenda delle tessere false). Angelino Alfano lancia la sua immagine da leader, seguendo vari livelli comunicativi, ponendosi un obiettivo chiaro: accreditarsi come un leader moderno; per usare un termine in auge si candida a essere un vero politico 2.0, capace di assumere la guida di un soggetto politico complesso ed eterogeneo. Il Popolo della libertà, nato con la levata di ingegno di Silvio Berlusconi, è un partito ancora in piena fase di strutturazione e in tanti pensano che non sopravviverà a una leadership diversa da quella del suo fondatore.
L’ex ministro della Giustizia ha assunto una posizione intransigente e senza tentennamenti sulle possibili tessere “false”: Alfano ha voluto veicolare un senso di autorevolezza, annunciando che è intenzionato a bloccare i congressi laddove vi fosse qualche ipotesi di irregolarità. Una presa di posizione che vuole forgiare una spinta decisionista dinanzi a questioni controverse. Si tratta di una sfaccettatura opposta al ruolo di “moderato” che sta sostenendo con responsabilità il governo Monti, nonostante le fibrillazioni soprattutto tra gli ex An. Il contesto si completa con il prosieguo della “digitalizzazione” dell’immagine di Alfano. Il lancio della Political Digital Academy rientra in tale strategia e può essere un compito abbastanza facile per un esponente politico giovane. Il segretario del Pdl, infatti, può anticipare i possibili avversari a Palazzo Chigi sul tema dell’agenda digitale, che oggi in Italia è relegato sullo sfondo del dibattito.