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In difesa di Dante Alighieri

di Antonio Caputo

Venerdì Santo, il giorno più sacro per i cristiani; giorno in cui, secondo la sua narrazione, Dante Alighieri intraprese l’immaginifico viaggio nell’Oltretomba, di poi raccontato in una delle opere più stupende della storia della letteratura italiana e mondiale.
Un’opera ora a rischio censura. E’ di qualche settimana fa, infatti, la notizia, linkata anche dal nostro sito, secondo cui un’organizzazione che fa consulenza per l’ONU (Gherush92) intenderebbe, per una folle e castrante interpretazione del politicamente corretto, vietarne l’insegnamento nelle scuole. Le ragioni? Dante sarebbe antisemita, omofobo e islamofobo (bum!), per aver cacciato all’Inferno, Giuda, Caifa, Maometto e i gay.
Andiamo con ordine: si bolla come antisemita la dannazione di Giuda e di Caifa, ma basta farsi un giro in qualsiasi Chiesa, in questi giorni, per sentire dalle Letture Sacre il loro ruolo nella morte di Cristo. E’ antisemita dire che Gesù, a causa del tradimento di Giuda, sia stato condannato dal Sinedrio, presieduto dal Sommo Sacerdote Caifa? Sono fatti storici. E’, invece, piuttosto ovvio da parte di un seguace di una Religione (Dante) ritenere dannati dei personaggi determinanti nella condanna a morte del Fondatore di quella Religione, o ai censori non pare?
Non credo rechi offesa agli Ebrei il mettere all’Inferno (VIII Cerchio, VI bolgia), Caifa, torturato dalla deambulazione degli ipocriti i quali, coperti di un manto, dorato esternamente e di piombo pesantissimo all’interno, passano sopra a lui, nudo e crocifisso a terra. E meno che mai può costituire offesa agli Ebrei dannare nel più profondo dell’inferno, direttamente in bocca al diavolo, Giuda (IX Cerchio, oltre l’ultima zona, tra i traditori dei benefattori). Caifa, è vero era Sommo Sacerdote, ma non per ciò la Divina Commedia è antisemita: se è antisemita sbattere all’inferno un Sommo Sacerdote, allora sarebbe anticattolico sbattere all’inferno dei Pontefici (e Dante ne ha dannato più d’uno, Bonifacio VIII su tutti), ma non si può certo dire che la Commedia sia anticattolica!
Passiamo all’islamofobia, accusa scaturita dall’aver piazzato nella IX Bolgia (seminatori di discordie) dell’VIII Cerchio il Fondatore dell’Islam, Maometto. Ma i censori fingono di ignorare che per ogni Religione, professarne, e a maggior ragione fondarne un’altra, significa essere incompatibili: eretici, apostati, scismatici, etc., dunque, per definizione, esclusi (salvo rari casi) dalla salvezza. In altri termini, ogni Inferno, di qualsiasi Religione, vedrà tra i suoi reclusi, seguaci, e ancor più Fondatori di altre Religioni. Io, da cattolico, non mi sento offeso se un mussulmano, dopo la mia morte, scrivesse un’opera letteraria, collocandomi nel suo Inferno: mi basterà non andare nel mio! Se, invece, si è atei, e, dunque, se Dio (e di conseguenza anche l’Inferno) non esistesse, dove sarebbe il problema?
Ancora, su Maometto: nel Basso Medioevo era in voga una leggenda secondo cui il Profeta era Vescovo cristiano; di qui la sua collocazione tra i seminatori di discordie (squartato, dal collo all’inguine, ad opera di un diavolo, che gli riapre, a fil di spada, la ferita ad ogni giro di Bolgia), anziché tra gli eretici, nel VI Cerchio (collocati in sepolcri infuocati).
Passiamo agli omosessuali: per le tre grandi Religioni monoteiste (l’Ebraismo, il Cristianesimo, nelle sue tre famiglie – Cattolica, Ortodossa, Protestante -, l’Islam), l’omosessualità (ma anche le pratiche eterosessuali extra e pre coniugali) costituisce un peccato assai grave, dunque a rischio dannazione. Ma proprio l’atteggiamento di Dante nel Girone (il III del VII Cerchio) riservato ai gay, dovrebbe, a mio giudizio, far cadere l’accusa di omofobia. Infatti, nei confronti del suo maestro Brunetto Latini, e dei tre gentiluomini fiorentini (Guido Guerra, Iacopo Rusticucci e Tegghiaio Aldovrandi, pubblici amministratori nel corso del XIII secolo), Dante si pone (pienamente ricambiato) con cortesia, stima e assoluto rispetto: altro che omofobia. Sono, in tutto l’Inferno, tra gli incontri dove ci si mostra, reciprocamente, più cordialità e rispetto in assoluto. Di più, nel parlare con loro, Dante non fa mistero del disappunto che prova nel vederli costretti ad una pena tanto umiliante (ricordiamo, costretti a correre su una distesa di sabbia rovente, e sotto una pioggia continua di falde di fuoco). In cosa sarebbe omofobo Dante non è dato saperlo.
Il sommo Poeta (giova ribadirlo) riprende la Dottrina Cristiana e la catalogazione dei peccati in essa contenuta: eresia, ipocrisia, tradimento ed omosessualità, sono, secondo la Chiesa, peccati gravi, passibili, per chi li commette e non se ne penta, di dannazione eterna. Quella di Dante è, inoltre, una semplice opera letteraria, che rispecchia la sua pur autorevole opinione: l’Oltretomba cristiano non funziona esattamente così, né è detto che i personaggi dannati da Dante lo siano effettivamente, e così i salvati. Anzi, il Sommo Poeta piazza, a volte, all’Inferno, gente che non gli andava a genio e tutto ciò, più d’una volta in maniera arbitraria (es in “Colui che fece per viltade il gran rifiuto”, la critica ha universalmente visto Papa Celestino V, poi canonizzato dalla Chiesa: personaggio che quindi all’Inferno di sicuro non è).
Tornando agli esempi: si è già detto di Maometto e di quella che sarebbe la sua collocazione (ammesso che si sia dannato) più propria; ma anche Giuda non è dove dovrebbe: dal peccato di tradimento l’apostolo infedele infatti si pente, tanto da restituire ai Sommi Sacerdoti i 30 denari, prezzo della consegna di Cristo, dicendo “Ho peccato, perché ho tradito Sangue innocente”; quel che, Dottrina alla mano, dannerebbe Giuda, è la sua disperazione dinanzi al proprio peccato, che, anziché fargli chiedere perdono, lo porta ad impiccarsi (suicidio che, secondo la partizione dantesca, dovrebbe vederlo tra i compagni di reparto di Pier Della Vigna, VII Cerchio, II Girone, trasformato in albero stecchito).
Quanti vorrebbero censurare il Sommo Poeta sono gli stessi che pretendono libertà di espressione per presunti artisti che espongono opere d’arte dal chiaro intento blasfemo, allo scopo di offendere una Religione (quella Cattolica) ed i suoi simboli; scopo offensivo che Dante certo non intendeva perseguire, verso Ebrei, Mussulmani e omosessuali.
Comunque, diamo retta ai censori, e aboliamo la Divina Commedia dalle scuole: Dante è superato perché, scrivendo nel XIV secolo, non si è adeguato al politicamente corretto del XXI secolo. Conseguenza: non va insegnato ai ragazzi, per la cui cultura, invece, andranno bene il Grande Fratello e Maria De Filippi, e così saremo tutti contenti.

 

3 Commenti per “In difesa di Dante Alighieri”

  1. cerquini

    Il senso della vita.

    Pochi fortunati esseri umani possono dare un senso alla vita. La stragrande maggioranza, invece, non ha la possibilità o la voglia di pensarci perché colpita da innumerevoli sofferenze, causate dalla natura o dagli uomini stessi. Molto frequentemente la sofferenza colpisce anche quei pochi che un senso alla vita l’ avevano già dato.

    La SOFFERENZA imperversa su tutto!

    Spontanea questa considerazione:

    La divina commedia.
    Immaginare, ipotizzare, pensare, credere, che possa esistere un essere tanto malefico, malvagio, tragico, che, oltre a tutte le altre malefatte ( infinite sofferenze per gli esseri viventi, umani ed animali ) abbia creato anche la tortura eterna, è una idiozia colossale.
    Dante che l’ ha scritta e Benigni che la decanta, sono due inconsapevoli terroristi idioti. ( iddioti e credini, detto alla maniera di Odifreddi )
    Purtroppo anche alcune persone geniali, essendo inculcati di religione sin dall’infanzia, non si rendono conto delle stupidaggini che gli hanno propinato.
    La scuola deve essere assolutamente liberata da insegnamenti religiosi. Ai nostri figli si deve insegnare l’ uso della ragione, e tanto, tantissimo allenamento al tale uso. Oltre, ovviamente, all’ apprendimento della storia delle religioni e dell’ ateismo. Amen.

    https://sites.google.com/site/cerquinigiuseppe/home

  2. Il senso della vita.

    Pochi fortunati esseri umani possono dare un senso alla vita. La stragrande maggioranza, invece, non ha la possibilità o la voglia di pensarci perché colpita da innumerevoli sofferenze, causate dalla natura o dagli uomini stessi. Molto frequentemente la sofferenza colpisce anche quei pochi che un senso alla vita l’ avevano già dato.

    La SOFFERENZA imperversa su tutto!

    Spontanea questa considerazione:

    La divina commedia.
    Immaginare, ipotizzare, pensare, credere, che possa esistere un essere tanto malefico, malvagio, tragico, che, oltre a tutte le altre malefatte ( infinite sofferenze per gli esseri viventi, umani ed animali ) abbia creato anche la tortura eterna, è una idiozia colossale.
    Dante che l’ ha scritta e Benigni che la decanta, sono due inconsapevoli terroristi idioti. ( iddioti e credini, detto alla maniera di Odifreddi )
    Purtroppo anche alcune persone geniali, essendo inculcati di religione sin dall’infanzia, non si rendono conto delle stupidaggini che gli hanno propinato.
    La scuola deve essere assolutamente liberata da insegnamenti religiosi. Ai nostri figli si deve insegnare l’ uso della ragione, e tanto, tantissimo allenamento al tale uso. Oltre, ovviamente, all’ apprendimento della storia delle religioni e dell’ ateismo. Amen.

  3. CRISTIANOTRIESTE

    Gentile signor Cerquini,
    dopo aver affermato che Dante sarebbe “un inconsapevole terrorista idiota” attendiamo un suo giudizio su Aristotele e Platone: non abbia pietà: erano anche loro ben poca cosa dinanzi agli odierni Vattimo ed Odifreddi (se si trova in difficoltà citi a piene mani il ch.mo prof. Veronesi demiurgo dell’età nostra!).

    Non legga ciò che Aristotele diceva della omessualità nella Etica Nicomachea (1148b 24-30) «fare all’amore tra maschi» è uno dei «comportamenti bestiali», perchè è necessario far credere che la morale è stata introdotta (o falsificata) dalla Chiesa cattolica responsabile di ogni male presente e futuro (anche dell’aumento delle accise).

    In merito all’ateismo spero che nessuno ricorderà che la persona che più ha irriso la Chiesa, il pluridecorato ed illuminatissimo Voltaire, definiva l’ateismo un giudizio «amorale» e «socialmente pericoloso».

    La scuola italiana è da 60 anni in mani a persone di fede … democratica: non credo che esse vorranno formare, tramite la lettura della Commedia, nuovi adepti per una riedizione della crociata dei fanciulli.

    p.s. Trovo l’articolo splendido: grazie!

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