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Perché Facebook ha comprato Instagram

A un certo punto il giorno di Pasquetta non si parlava d’altro. Mark Zuckerberg aveva da poco annunciato l’acquisto di Instagram, la famosa applicazione studiata per i dispositivi mobile che permette agli utenti di condividere le foto online, per un miliardo di dollari. La notizia non è passata inosservata, soprattutto perché giunta l’indomani dell’approdo di Instagram sul Play Store, il market di Android, sdoganando così la funzione che fino a quel momento era stata peculiarità dei soli utilizzatori di iPhone.
A leggere i numeri, sembra che gli utenti Android non aspettassero alcunché al di fuori dell’arrivo di Instagram. In 24 ore l’applicazione era stata infatti scaricata da oltre un milione di persone e ciò non solo incrementava (di molto) la popolarità del progetto messo a punto due anni fa da Kevin Systrom e da Mike Krieger, ma allo stesso tempo (con il senno di poi) la portata della imminente operazione di Facebook. Mentre scriviamo gli ultimi dati rilevano 30 milioni di downloads totali (ma è bene precisare che secondo altre stime il numero è assai più elevato). Il che vuol dire che Zuckerberg e i suoi avranno dalla loro un’ottima base da cui partire. Ma per fare cosa? A parole – quelle espresse sia da Zuckerberg che da Systrom nei propri spazi personali – l’interesse comune è di migliorare la condivisione online di foto ed immagini. I vantaggi sarebbero evidenti per entrambi. Facebook sfrutterebbe a proprio tornaconto l’immediatezza di un’applicazione che trasforma semplici utenti in fotografi professionisti (tante le possibilità di modificare le foto tramite diversi gradi di luminosità e filtri) e ad Instagram, azienda che al momento conta dodici dipendenti, di approfittare delle risorse economiche e delle migliori tecnologie che Facebook metterebbe a disposizione del team. E diciamo anche che, secondo le analisi di molti esperti del settore, con tale mossa Zuckerberg abbia voluto salvaguardare la sua creatura dalle grinfie di un potenziale concorrente optando, invece, per un’alleanza strategica. Facebook e Instagram hanno infatti assicurato ai loro utenti che l’applicazione non muterà, a cominciare dalla possibilità di “postare” le immagini anche all’interno di altri social network (con particolare riferimento a Twitter, ovviamente).
Ci sarebbe poi un’ulteriore motivazione, anche se è ancora presto per parlarne. Fatto sta che Instagram, a differenza del “gioiellino” di Zuckerberg, non è soggetto a particolari censure in Cina. E ciò potrebbe significare nel lungo periodo l’opportunità per “Faccialibro” di penetrare in un “mercato” politicamente ostico. Ma restiamo sulla più stretta attualità. C’è una questione di visibilità da tenere in considerazione, piuttosto. L’ingresso di Facebook in Borsa è ormai prossimo e l’operazione certifica una volta di più lo stato di salute dell’azienda, colosso assoluto del web.
Insomma, a conti fatti non c’è motivo di temere che ad Instagram verrà riservato lo stesso trattamento che di fatto ha annientato Friendfeed dopo l’acquisto di quest’ultimo avvenuto nell’agosto del 2009. In quell’occasione risultò presto evidente di come a Zuckerberg non interessasse lo strumento in sé, bensì usufruire delle competenze di coloro che vi avevano lavorato. Stavolta giurano che andrà diversamente e che tanto Instagram quanto Facebook cresceranno insieme.
Agli utenti che hanno storto il naso una volta appresa la notizia dell’acquisizione di Instagram da parte di Facebook, suggeriamo però di non farla troppo lunga. Ci sono altri servizi, infatti, che garantiscono risultati molto simili. Ad esempio Picplz. Le alternative non mancano di certo.

F. G.

 

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