Un artista poliedrico: Salvator Dalì (1904-1989) | T-Mag | il magazine di Tecnè

Un artista poliedrico: Salvator Dalì (1904-1989)

di Stefano Di Rienzo

Attualmente a Roma presso la sede del Complesso del Vittoriano si sta svolgendo la mostra dedicata a Salvator Dalì, (dal 9 Marzo 2012 al 1 Luglio 2012) artista poliedrico spagnolo: pittore, scultore, scrittore, cineasta e designer, Dalì era un abile disegnatore tecnico celebre soprattutto per le immagini suggestive e bizzarre delle sue opere surrealiste. Il suo tocco pittorico è stato spesso attribuito all’influenza che ebbero su di lui i grandi Maestri del Rinascimento.
Dalì fu un uomo dotato di una grande immaginazione ma con l’abitudine di assumere atteggiamenti stravaganti per attirare l’attenzione su di sé, tale comportamento ha fortemente irritato chi ha amato la sua arte tanto quando ha infastidito i suoi detrattori in quanto i suoi modi eccentrici hanno in alcuni casi catturato l’attenzione del pubblico più delle sue opere.
Dopo quasi sessanta anni dall’ultima retrospettiva ritorna nella capitale una grande esposizione dedicata al genio spagnolo, l’esposizione attraverso 103 opere comprendenti olii, disegni, oggetti, fotografie, documenti, filmati e lettere vuole tessere il filo tra l’artista e il genio per restituire a tutto tondo il Salvator Dalì che ha saputo creare delle sue eccentricità caratteriali e biografiche un universo affascinante e suggestivo di immagini plastiche e letterarie davvero uniche. Viene presentato l’artista la cui pittura visionaria fatta di ossessioni e incubi è stata sempre alla ricerca di di quel “meraviglioso” che Andrè Breton (teorico del surrealismo) considerava il fine dell’arte ma anche il genio con le sue bizzarrie.
La mostra è curata da Montse Aguer (direttrice del centro per gli studi daliniani alla Fondazione Gala-Salvator Dalì) e Lea Mattarella (docente di storia dell’arte contemporanea all’Accademia delle Belle Arti di Napoli). Organizzata in collaborazione con la Fondazione Gala-Salvator Dalì con il supporto delle grandi istituzioni museali come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, L’Haggerty Museum of Art, l’esposizione propone un approccio inedito sulla figura dell’artista indagato in tutte le sue molteplici e diverse sfaccettature: pittore, disegnatore, pensatore, scrittore, appassionato di scienza, catalizzatore delle correnti delle Avanguardie, illustratore, orafo, cineasta e scenografo. L’esposizione farà luce su un aspetto tutt’ora trascurato negli studi e nelle mostre daliniane: il rapporto dell’artista spagnolo con l’Italia.
L’Italia sarà il filo rosso, l’elemento che terrà insieme tutte le opere esposte, attraverso documenti, fotografie, disegni, lettere, progetti e oggetti, lo si potrà seguire nei suoi viaggi per l’Italia e rivivere gli incontri per ideare collaborazioni artistiche come quello con Anna Magnani e Lucchino Visconti.
L’esposizione è strutturata in una sezione introduttiva che porta alla scoperta del Dalì artista tramite il Dalì uomo. La sua voce e la sua faccia, le sue trovate e le sue performance sono tappe imprescindibili dell’itinerario della retrospettiva.
Nella prima sezione si intende analizzare quando l’attenzione di Dalì verso la pittura e la scultura del passato si configuri come un dialogo serrato con i grandi maestri del Rinascimento Italiano. Un rapporto che oltre il desiderio di emulazione comprende anche una sotterranea lotta per una auspicata supremazia nel campo dell’arte mondiale.
Nella seconda sezione viene presentato un gruppo di capolavori dell’artista spagnolo come: “Gradiva Finds The Anthropomorphic Ruins” (1931-32), “Destino, White Telephone and Ruines” (1946), “The Spectrum of Sex-Appeal” (1934), “Self-Portrait with Bacon” (1941), “The Architectonic Angelus of Millet” (1933). Nei quadri la perfetta tecnica pittorica ad olio su tela dell’artista spagnolo racconta con spietato realismo un mondo onirico, inquietante, denso di suggestioni.
Nella terza sezione prendendo spunto dall’inedito contributo scientifico realizzato in occasione della mostra sulla cronologia delle relazioni tra l’artista spagnolo e l’Italia, l’esposizione vuole raccontare il rapporto tra Dalì in vita e il nostro Paese.
Inoltre sono ricostruiti sempre attraverso i documenti, le fotografie e le lettere le relazioni dei coniugi Dalì in Italia e i luoghi dei loro soggiorni. Sono presenti i libri pubblicati in Italia e fascicoli usciti per la rivista “Tempo” dedicata alla figura di Don Chisciotte annoverata tra le ossesioni dell’artista spagnolo con le pregevoli illustrazioni del testo di Cervantes.

 

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