Calcio violento, la parola agli addetti ai lavori | T-Mag | il magazine di Tecnè

Calcio violento, la parola agli addetti ai lavori

di Matteo Romani

Quello che è successo domenica scorsa in occasione di Genoa-Siena, con i tifosi rossoblù che hanno sospeso la partita e preteso che i giocatori restituissero le maglie ha fatto il giro del mondo, regalando al nostro calcio e, più in generale, alla nostra società, un’altra pagina nera.
Nelle consuete polemiche del post partite si è parlato anche del ruolo e delle eventuali responsabilità delle forze dell’ordine nella gestione della situazione. T-Mag ha raccolto il parere di Francesco Paolo Russo, sindacalista della Polizia di Stato e Giornalista Pubblicista, nonché responsabile e fondatore dell’associazione ACAH, acronimo che, parafrasando il più celebre ACAB, sta per “All Cops Are Heroes”.

Dott. Russo il comportamento delle forze dell’ordine a Genova è stato adeguato o si poteva agire diversamente?

Purtroppo c’è da riscontrare che ogni qualvolta vi sono dimostrazioni di violenza durante le manifestazioni sportive, i primi ad essere additati sono quelli che io amo chiamare “Heroes” eroi, ovvero, le prime domande che ci si pone sono quelle sul “se” si poteva gestire meglio, si poteva fare di o si poteva intervenire con maggiore solerzia, cercando di scaricare colpe sulla Polizia di Stato o sulle forze dell’ordine in genere. Noi di A.C.A.H., non ci stiamo figuratevi che cosa si sarebbe detto e le censure che si sarebbero messe in atto se la Polizia fosse intervenuta in un settore con una pluralità di individui comprese le fasce deboli, bimbi, donne, anziani portatori di handicap con immancabili scontri e probabili feriti. Secondo noi la gestione dell’ordine Pubblico è stata irreprensibile, basti pensare che quello sparuto gruppo di operatrici ed operatori delle forze dell’ordine hanno assicurato ad ogni singolo spettatore, ai giornalisti, ai dirigenti, ed in fine ai giocatori di tornare a casa e riabbracciare i propri cari senza il minimo scontro, facendo una perfetta opera di mediazione tra tutti. E’ chiaro che ora con gli strumenti normativi a disposizione e con i filmati delle telecamere e le immagini fotografiche, che hanno fatto il giro del mondo ci aspettiamo la giusta repressione, verso quelli che hanno infangato di nuovo quello che è solo uno sport.

Come giudica la decisione dei giocatori di restituire le maglie nonostante il parere negativo della questura?

Non voglio entrare in cose che fondamentalmente non mi competono, posso solo dire che chi doveva gestire l’ordine pubblico, ha dato delle direttive, chi doveva rispettarle non lo ha fatto, di conseguenza mi aspetto prese di posizione sia da parte della giustizia sportiva che di quella ordinaria, perché amo pensare che i miei figli non debbano più assistere a scene del genere, i miei bimbi hanno 5 e 7 anni, tifosi del Napoli, li ho cresciuti nel mito di Maradona, nel mito del Calcio con la c maiuscola dove tifosi di opposte tifoserie pranzavano insieme all’esterno dello stadio prima delle partite, da tifoso del Napoli residente a Roma ne ricordo decine di queste scene, era sempre una festa, poi si è rotto qualcosa, e a parte il grande operato della Polizia di Stato nella prevenzione e repressione, tocca a ben altri enti ricucire le lacerazioni che sono sotto i nostri occhi.

Da qualche anno la gestione dell’ordine pubblico all’interno degli stadi spetta agli “stewards” messi a disposizione dalle società. Alla luce di quanto avvenuto a Marassi e in altri casi analoghi, non sarebbe il caso di rivedere il loro ruolo?

Ormai da qualche tempo la gestione interna dello stadio è compito esclusivo e specifico delle società calcistiche, che a loro volta demandano il controllo a delle figure denominate steward, questi hanno delle competenze specifiche che sono dettate da una normativa che gli permette quasi nulla se non il controllo “visivo” e come ogni libero cittadino, possono in caso di necessità chiamare le forze dell’ordine per un in intervento deciso e decisivo, è chiaro che anche in questo caso non esprimo alcun giudizio se non altro per il fatto che le norme vengono studiano e poi fatte mettere in pratica da altri più titolati enti.

Tessere del tifoso, partite a porte chiuse, divieto delle trasferte. Sono soltanto alcuni dei provvedimenti presi negli ultimi anni che però non sembrano riuscire a porre fine alla piaga del “tifo” violento. Cosa occorrerebbe per rendere finalmente sicuri gli stadi?

In merito a questo argomento non posso che fare un plauso all’ ex Ministro degli Interni Maroni ed al Capo della Polizia Antonio Manganelli, perché con gli strumenti normativi che hanno avuto a disposizione, sono riusciti a rendere gli stadi un luogo più sicuro, certo, anche qui c’è bisogno di collaborazione anche dall’altre parte, quindi anche i tifosi (organizzati), i dirigenti ed i presidenti delle società calcistiche (alcuni già lo fanno) dovrebbero, di concerto tra loro, ridimensionare la portata del fenomeno, anche perché, ripeto, questo è solo uno sport, il più bello del mondo, ma solo uno sport.

Infine una curiosità. Da poliziotto e sindacalista impegnato ogni giorno nella tutela dei diritti e dell’immagine dei suoi colleghi, come giudica film come “ACAB” o “DIAZ”?

Le cito pedissequamente la mission della mia, anzi della nostra associazione; A.C.A.H., l’acronimo di all cops are heroes nasce dalla mia intuizione e dalla volontà di un folto gruppo di operatrici ed operatori della Polizia di Stato e delle altre Forze dell’ordine, che insieme hanno voluto, partendo dalle pagine di Facebook, esporsi e consorziarsi per rendere edotta l’opinione pubblica sul fatto, che la vita delle donne e degli uomini in divisa, non è quella che si è voluta far trasparire dall’ultimo film A.C.A.B., ma bensì quella fatta da nonne e nonni, madri e padri, figlie e figli che intendono la vita nella sua accezione principale, ovvero, come “prezioso dono”. Professionisti nella vita e professionisti nel lavoro, non mercenari improvvisati o picchiatori incalliti, persone che fanno del proprio lavoro un modo di vita, uno stile di vita un lavoro se vogliamo, anche per vivere, a volte a scapito dei propri cari e dei propri interessi, ma sempre con spirito di abnegazione e sacrificio, per rendere questo mondo un posto sicuro.
Vorrei lasciarla dicendole che come prima azione dell’associazione abbiamo presentata una iniziativa benefica a favore del bimbo Vento Federico, affetto da “cerebropatia emorragica con doppia emiparesi ed importante ritardo psicomotorio” infatti stiamo donando delle magliette celebrative dell’associazione A.C.A.H.che verranno date in dono a chi vorrà contribuire alla raccolta fondi per il piccolo Federico mediante bonifico bancario.

(tutte le informazioni al riguardo sono disponibili sul sito www.francescopaolorusso.it o quello dell’associazione www.acah.it o chiedendo di aderire al gruppo acah su Facebook).

 

3 Commenti per “Calcio violento, la parola agli addetti ai lavori”

  1. Francesco

    Beh, allora cacciate anche voi le mele marce, invece di proteggerle, visto che i responsabili della Diaz e via dicendo son o stati tutti promossi. Solo così sarete credibili.

    • Emanuela

      Bellissima intervista Francesco, mi piacciono le cose che hai detto. In merito al calcio, non lo amo così tanto da poter commentare, anche se so perfettamente che tutto ciò che è stato fatto o fate è veramente tanto. Tenere a bada migliaia di persone senza far esplodere il panico più totale è di certo da EROI… è vero che, non è da dimenticare che anche un poliziotto è un UOMO o una DONNA e come tali possono essere presi da preoccupazione, da paura, che solo la volontà e il sangue freddo possono tenere sotto controllo. A volte può succedere che non tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine ci riescano…ma su via: si parla di ESSERI UMANI! Si concedono grazie a galeotti in ergastolo e si punta il dito verso uno/a con la divisa che agisce solo nell’ interesse della comunità?
      Inoltre, è una VERGOGNA che chi li dovrebbe tutelare, non dica e non faccia nulla circa la trasmissione di film che denigrano in pieno la loro figura professionale, anche perchè tra tanti ci potrà anche essere la mela marcia, ma nessuno di chi è a capo e ha il potere di farlo, si è mai interessato a rendere “l’intruso” inoffensivo, al fine di non creare una falsa figura di ciò che l’ istituzione POLIZIA o FORZE DELL’ ORDINE in generale rappresentano.

      • Carlo B.

        Disamina perfetta, senza fronzoli e soprattutto alla portata di tutti, anche i non addetti ai lavori hanno potuto capire le parole del presidente A.C.A.H. Russo, finalmente qualcuno che non sbiascica o ciancica o fà, consentitemi la parola, la “supercazzola” dicendo senza dire!
        Carlo B.

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