Ma il calcio è (anche) un’industria
A volte sarebbe necessario fermarsi un attimo, respirare a pieni polmoni per prendere un po’ aria e cercare di capire come può succedere. Come può accadere che una persona mite come l’ormai ex allenatore della Fiorentina Delio Rossi possa arrivare a tanto. Fino a spingersi ad aggredire fisicamente un suo calciatore, poco più che ventenne, reo a sua volta di averlo deriso e forse anche insultato davanti a tutto lo stadio dopo essere stato sostituito dal mister. Questo accadeva mercoledì sera mentre i viola perdevano con il già retrocesso Novara, mettendo a serio rischio la propria permanenza in serie A. La Fiorentina poi pareggerà, ma ciò non ci interessa.
Perché passiamo a raccontare che scene simili si erano già viste tre giorni prima. Ma questa volta il delirio è collettivo. Una squadra intera, la Lazio, si scaglia contro la quaterna arbitrale dopo un gol segnato dall’Udinese al termine di un’azione viziata da un triplice fischio proveniente dagli spalti. La rete andava annullata e il torto c’era, ma la reazione dei laziali è sembrata eccessiva se si tiene conto che il gol era ininfluente ai fini dei risultato.
Due episodi emblematici di un calcio ormai arrivato oltre ogni limite, ma non siamo qui per colpevolizzare nessuno. Vogliamo trovare un perché e per questo cerchiamo un’analisi più profonda: in tutti e due i casi, c’era in ballo qualcosa. C’è chi, come la Fiorentina, si giocava la permanenza in Serie A e c’è chi, come la Lazio e l’Udinese, si contendevano la partecipazione alla prossima Champions League.
In tutti e due i casi, i soldi in ballo sono molti e per questo le responsabilità di chi gioca o allena aumentano esponenzialmente. Questo si sa, ma a volte dimentichiamo che il calcio è un sistema che produce tanto denaro e, per persone come Delio Rossi e i giocatori della Lazio, non è più uno sport ma un lavoro. Il divertimento c’entra poco e in molti casi la sportività sparisce per far spazio ad altri interessi. Forse è sempre stato così. “Se i tifosi vogliono divertirsi”, grugnì in conferenza stampa Alan Durban, un allenatore inglese dei primi anni’80, “vadano a vedere i pagliacci”.