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Ue: cresce disoccupazione in Italia

“L’Italia è sulla strada giusta per raggiungere il pareggio strutturale di bilancio e non ha bisogno di nuove manovre”. A chiarirlo è stato il commissario agli Affari economici dell’Ue, Olli Rehn. Ma secondo le stime dell’esecutivo di Bruxelles il rapporto deficit/Pil dell’Italia sarà a -2% nel 2012 e a -1,1% nel 2013. Dunque, sentenzia la Commissione, saranno necessari per l’Italia gli interventi in programma tra cui l’aumento dell’Iva o i tagli al bilancio delle amministrazioni pubbliche.
Per ciò che riguarda il debito, quest’ultimo si attesterà al 123,5% del Pil nel 2012 e al 121,8% del Pil nel 2013 (le stime sono in linea con quelle del governo secondo cui nel 2012 si attesterà al 123,4% e nel 2013 al 121,6%). In particolare, emerge dal rapporto dell’Ue, “l’economia italiana è stata colpita duramente dalla crisi del debito sovrano nell’eurozona”, ma ci si avvia verso “una lenta uscita dalla nuova recessione” (per l’anno in corso, tuttavia, è prevista nell’eurozona una contrazione del Pil dello 0,3%).
Tra i 17 Paesi dell’eurozona, saranno in sette a restare in recessione per tutto il 2012. Oltre all’Italia ci saranno la Grecia (-4,7% del Pil), Portogallo (-3,3%) e Spagna (-1,8%). La Slovenia farà il paio con l’Italia: -1,4%. Anche l’Olanda (-0,9%) e Cipro (-0,8%) saranno in recessione. Mentre il Belgio sarà a crescita zero. Registreranno segno positivo la Slovacchia, con l’1,8% secondo le stime dell’Ue, seguita dall’Estonia, con l’1,6%. Per la Germania e per la Francia è previsto, invece, un aumento del Pil rispettivamente dello 0,7 e dello 0,5%.
A destare preoccupazione, nel caso italiano, è ancora l’occupazione che stando ai calcoli di Bruxelles dovrebbe raggiungere il 9,5% per poi salire di nuovo nel 2013 al 9,7%. Tuttavia il record negativo apparterrà ancora alla Spagna: gli spagnoli disoccupati saranno infatti il 24,4% nel 2012 per poi raggiungere il 25,1% nel 2013.
Intanto l’Europa è in queste ore in ansia per il caos in Grecia, che su queste pagine abbiamo raccontato pochi giorni fa. A Evangelos Venizelos, leader del Pasok, l’ultima occasione di formare un governo dopo le rinunce di Antonis Samaras (Nuova democrazia) e di Alexis Tsipras (Syriza). All’orizzonte il rischio di un’uscita dalla moneta unica del Paese ellenico, anche se a tale proposito il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ha chiosato in un’intervista concessa al Rheinische Post: “L’Europa non affonda così facilmente, negli ultimi due anni abbiamo imparato molto e abbiamo istituito meccanismi di protezione”. E sulla stessa lunghezza d’onda è parso il collega agli Esteri, Guido Westervelle, ha spiegato che “noi intendiamo mantenere le nostre promesse di aiuto, ma questo significa che la Grecia deve varare le riforme che abbiamo concordato”.
La cancelliera Angela Merkel incontrerà il neopresidente francese Francois Hollande la prossima settimana, nel pomeriggio di martedì dopo la cerimonia per il passaggio di consegne all’Eliseo con Nicolas Sarkozy. Durante la campagna elettorale Hollande non ha mai fatto mistero di voler mirare alla crescita, accantonando l’eccessivo rigorismo imposto da Berlino. E in aggiunta rinegoziare il fiscal compact. L’incontro di martedì tra i due leader sarà dunque l’occasione per uno scambio di vedute su questi temi, come ha riferito il portavoce della Merkel.

 

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