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Crisi: il “caos europeo” in salsa greca

L’Italia, secondo il Fondo monetario internazionale, sta procedendo bene. Il direttore del dipartimento europeo Fmi, Reza Moghadam, si è detto soddisfatto dei progressi del nostro paese, sollecitando le istituzioni a continuare su questa strada attraverso l’approvazione della riforma del lavoro, necessaria per porre rimedio al grande problema legato alla disoccupazione.
Dal canto suo, Il presidente del Consiglio, Mario Monti, si dimostra tranquillo. L’Italia si trova ancora nella fase di emergenza, indicata come fase 1 della crisi, ma riconosce anche i progressi che sono stati fatti in questi mesi. Il suggerimento del governo è di non allentare la presa se non si vuole arrestare il processo di crescita del nostro paese. E’ lo stesso Monti a ricordare che l’Italia non è nella stessa situazione della Grecia, in cui si stanno vivendo ore febbrili (per non dire di panico collettivo). Anche perché – viene spontaneo osservare – i cittadini greci, in questi giorni, sono impegnati nella corsa agli sportelli delle banche per ritirare i loro depositi a causa della paura generalizzata della svalutazione della loro moneta in caso di un’uscita dall’euro come paventato da più parti.
Le nuove elezioni, dopo i falliti tentativi di formare un governo dopo le consultazioni del 6 maggio, sono state indette per il 17 giugno. L’accordo tra i partiti ha confluito verso la nomina di Panagiotis Pikrammenos come ministro ad interim, fino al prossimo voto. Questa decisione apre le speranze per una maggiore solidarietà delle forze politiche che dovranno convergere tutti i loro sforzi per uscire da uno dei momenti più difficili e faticosi per la loro economia.
Il clima intanto si fa sempre più teso. E se ciò viene raccontato quotidianamente in Italia dai giornali, tra violenze, rischio “escalation” legata al terrorismo e tensione sociale, appare allo stesso tempo un’evidenza a livello europeo. Così si accendono le proteste contro le politiche di austerità messe in atto dall’Ue per fronteggiare i deficit di bilancio di Stati sempre più impegnati a far quadrare i conti (di qui la posizione del neopresidente francese Hollande il quale al contrario auspica in tempi brevi un nuovo patto per la crescita).
Nei prossimi giorni, infatti, sono in programma alcune mobilitazioni a Francoforte, davanti alla Bce, che insieme al Fondo monetario internazionale rappresenta la “cabina di regia” preposta ad assumere, in questo momento, le decisioni più difficili. Una scelta, quella della manifestazione davanti la sede della Banca centrale europea, dal valore assolutamente simbolico.

 

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