Speciale Cannes. La prima giornata del Festival
Giampiero Francesca
Mentre la crisi stringe nella sua morsa il vecchio continente e i grandi d’Europa si confrontano in cerca di una soluzione lungo la croisette di Cannes, migliaia di accreditati attendono pazientemente in fila l’ingresso in sala. Come proiettati in una realtà parallela, distante anni luce dai problemi e dalle ansie del nostro tempo, studiamo così anche noi, con calma, il programma del festival che propone, in apertura, la delicata commedia Moonrise Kingdom, del regista americano Wes Anderson.
Fermo nella sua sofisticata estetica indie il regista di film come Rushmoore o I Tenenbaum conferma anche in questa occasione tutte le sue qualità. Colorato e retrò, delicato nel raccontare con tocco leggero le vite realisticamente surreali dei suoi protagonisti, Anderson è diventato per questo un regista di culto. Una fede, quella dei suoi fan, che ancora una volta non viene tradita. Straordinari per completezza e intensità i due giovani protagonisti circondati da una nutrita schiera di veterani del cinema fra cui spicca uno degli attori simbolo del cinema di Wes Anderson, Bill Murray.
Ma il primo giorno del festival è stato, soprattuto, un giorno di omaggi. Omaggi al cinema stesso e due suoi grandi maestri con i documentari dedicati a Woody Allen e Roman Polanski. Il secondo, in particolare, diretto da Laurent Bouzereau, narra, attraverso una lunga intervista la vita incredibile del regista di origine polacca. Forse nemmeno la penna più raffinata sarebbe stata in grado di inventare una trama tanto sconvolgente, fra drammi (su tutti l’omicidio dell’allora moglie Sharon Tate) e trionfi, tragedie (l’infanzia nel ghetto di Varsavia durante l’occupazione nazista) e colpi di fortuna. Una vita che il lavoro di Bouzereau ripercorre in un’ora e mezza toccante, che raggiunge, in alcuni passaggi, momenti di grande empatia.
Troppe sarebbero le proiezioni da non mancare, dal film di apertura della Quinzaine des realizateur, The we and The I di Michel Gondry, al regista turco Nuri Bilge Ceylan con il suo Nuages de mai. Fra tutti i titoli della seconda giornata però, forse proprio perché, pur vivendo sotto la sfera protettrice del festival, non possiamo dimenticare la realtà che ci circonda, la nostra attenzione sarà dedicata all’egiziano Baad el mawkeaa (After The battle) di Yousry Nasrallah. Il concorso si apre alla primavera araba, la scelta di esserci è dunque obbligata.