L’annosa questione della sicurezza sul lavoro
“Ci sono gravissime crepe e contraddizioni nell’impegno a costruire la sicurezza sul lavoro, che è un fondamentale valore costituzionale. C’è molto da fare in Italia per migliorare il sistema dei controlli e delle sanzioni sulla sicurezza sul lavoro”. A dirlo è stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale in occasione della Giornata nazionale sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro che si è celebrata lunedì ha espresso tutta la sua preoccupazione per un aspetto del mondo del lavoro molto spesso trascurato, quello della sicurezza, per l’appunto.
Nonostante il legislatore, come ha sottolineato Napolitano, abbia ancora “molto da fare”, il numero degli infortuni sul posto di lavoro è diminuito negli ultimi anni, almeno il numero di quelli denunciati.
Infatti, secondo stando agli ultimi dati raccolti dall’Inail, ancora provvisori, e comunicati dal presidente Massimo De Felice, nel 2011 gli incidenti mortali sul lavoro sono stati 920, facendo registrare un calo pari al 5,4% rispetto al 2010 (a sua volta già diminuito del 7,5% rispetto al 2009, quando di incidenti ne furono 1.053).
Scendendo nel dettaglio, notiamo come gli incidenti in ambiente di lavoro siano stati 450, dato stabile se confrontato a quello del 2010 (-0,4%), dove si evidenzia una variazione del –4% rispetto al 2009.
Gli incidenti che si sono verificati “in itinere” sono stati 240, +4,8% rispetto al 2010, con un riassorbimento della riduzione del 16,4% che si era registrata nel 2009.
Il numero degli infortuni denunciati è in calo, dicevamo. Ma aumentano le malattie professionali, come abbiamo spiegato su queste pagine in passato. L’aumento è dovuto in gran parte anche delle “nuove” patologie tabellate. Si è registrato un incremento di quasi il 10% delle malattie professionali che dopo il numero del 2010 (circa 7.600 casi in più rispetto al 2009), si attestano nel 2011 a circa 46.500 denunce.
Si è registrato quindi un calo degli incidenti sul lavoro, ma questi “obiettivamente” non sono dati “confortanti” e lo sono “ancora meno – ha sottolineato, tra gli altri, il presidente del Senato, Renato Schifani – se messi in correlazione alla diminuzione del livello di occupazione”.
Ci sono questioni che, seppur dibattute, non scadono mai d’essere s’attualità e importanza. Troppe volte e troppo spesso, in Italia, si mette la polvere sotto il tappeto.