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Tagli in sanità, una tragedia o un’occasione?

di Matteo Romani

“Con i tagli previsti dalla spending review in sanità, il diritto alla salute dei cittadini è a rischio”. O ancora, “abbiamo già tagliato posti letto e ospedali, c’è il blocco del turnover, di più non si può fare”. Sono solo alcune delle frasi, le più gettonate, che vanno per la maggiore in questi giorni tra i governatori delle regioni italiane, certamente tra i più preoccupati dal dover mettere in pratica le disposizioni in materia di revisione della spesa disposte dal governo.
Loro, i conti non devono farli tanto con i numeri, quanto con i territori, con gli amministratori locali, ma soprattutto con i cittadini che verranno privati di ulteriori posti letto e con il personale delle strutture oggetto di revisione che rischia il posto. Ecco dunque spiegato il fronte compatto dei presidenti di Regione contro la spending review di Monti & Co. Impossibile tagliare ancora, impossibile farlo in così poco tempo ma, soprattutto, impossibile attuare una rivoluzione copernicana senza prevedere una concertazione ed un percorso condiviso con i sindacati. Ma la situazione è davvero così nera per i governatori? In parte si, ma in parte potrebbe essere un’occasione, forse irripetibile, per ripianare il deficit che attanaglia alcune di esse.
Ci sono regioni, le solite, elencarle sarebbe stucchevole, che da anni sono alle prese con pesanti piani di rientro e commissariamenti in sanità da cui si sono originati provvedimenti duri, anzi durissimi che, se da un lato hanno contribuito a ridurre il disavanzo, dall’altro hanno comportato un ridimensionamento dell’offerta assistenziale, mettendo a rischio la tenuta occupazionale della sanità, tanto pubblica che privata. Proteste feroci, da parte di cittadini e politici locali, spesso conditi da ricorsi alla giustizia amministrativa (leggasi tar e Consiglio di Stato) hanno accompagnato ogni singola decisione, quasi sempre impopolare pur se necessaria. Molti governatori ci hanno rimesso, o rischiano di rimetterci, voto e posti.
Ma dal decreto legge varato dall’esecutivo le cose potrebbero cambiare. In fondo la legge è stata voluta dal governo dei tecnici. I presidenti ci hanno messo la faccia, hanno protestato ( e continuano a farlo), implorato, chiesto incontri su incontri, ma alla fine il provvedimento è stato varato e non solo dovrà essere applicato ma ha addirittura ottenuto la benedizione della Corte dei Conti e dell’Ue. Dunque cosa possono fare ora i vari presidenti se non alzare bandiera bianca e limitarsi a tramutare in fatti i tagli previsti? La figuraccia la farà Monti e la sua squadra, a cui hanno cercato di opporsi in tutti i modi. E non sia mai che con la spending review non si riesca anche, una volta per tutte, a sanare i bilanci delle varie sanità regionali. Come ci dice il proverbio, non tutto il male viene per nuocere. Non sempre e non a tutti almeno.

 

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