Zingaretti: “Dobbiamo ripensare Roma e l’Italia come una comunità” | T-Mag | il magazine di Tecnè

Zingaretti: “Dobbiamo ripensare Roma e l’Italia come una comunità”

Obiettivo: ripensare la città come una comunità perché ne “abbiamo perso lo spirito favorendo l’ideologia dell’egoismo e della solitudine”. Un discorso a tutto tondo quello del presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. O, per meglio dire, una disamina della situazione socio-culturale dell’Italia e di Roma che venerdì 7 settembre il candidato a sindaco della Capitale ha affrontato durante la Festa democratica organizzata dal Pd Portuense.
“Si è distrutta l’idea di comunità, non siamo riusciti ad innovarci e a produrre ricchezza – ha osservato Zingaretti –. C’è stato un aumento drammatico delle diseguaglianze, le fasce sociali più deboli hanno pagato molto di più l’evolversi della crisi economica. E ciò è successo a Roma, più che in altre parti del Paese”.
“Roma – ha proseguito – fino al 2008 è sempre cresciuta un punto e mezzo in più dell’Italia. Dunque la politica se vuole tornare ad essere credibile deve ripartire dalla comunità e dire ‘ce la possiamo fare’. Io dico che ce la possiamo fare perché gli errori che sono stati fatti nella nostra città negli ultimi anni riguardano la mancanza di un progetto, di una strategia”. Tante discussioni sterili – è in sostanza il frutto del discorso ascoltabile grazie al contributo in esclusiva di T-MagTV – sono il frutto di un governo privo “di una visione e di una proposta che permettesse ai cittadini di sentirsi parte integrante”.
“Un modo diverso di fare sicurezza – ha così aggiunto il presidente della Provincia – è possibile e ruota attorno allo spazio pubblico. Lo spazio pubblico è il luogo in cui incontro lo sconosciuto e instauro una relazione: il quartiere non è un insieme di palazzi, semmai di relazioni sociali. La città in cui si è soli e si ha paura è una città in cui non si produrrà mai una qualità della vita degna di questo nome”.

“Dobbiamo ripensare la città come una comunità che funzioni meglio, che sia più integrata e più unita, che costruisce il suo futuro sulla base di un progetto che individua le sue vocazioni investendo sui servizi e sulla qualità della vita”, ha successivamente chiosato Zingaretti. “Uno dei problemi – ha spiegato ancora – è che la spesa pubblica non viene distribuita equamente. Quando ci sono tanti soldi a disposizione il problema non emerge, ma quando sono pochi, come avverrà nei prossimi anni, è fondamentale la trasparenza. In ogni quartiere deve esserci la percezione di una maggiore partecipazione”. Una prerogativa, quest’ultima, che deve investire anche la vita culturale della Capitale. “Sulla cultura – ha esortato Zingaretti – dovremo mettere totalmente a disposizione dei romani il patrimonio immobiliare pubblico del Comune dandolo ad associazioni e comitati di quartiere, come già avviene in Brasile, negli Stati Uniti e in tante capitali europee. La nuova vita culturale deve prendere atto che questa è una città ricca. Per farlo, dobbiamo presentare un grande patto di partecipazione civica e civile. Lo spazio pubblico, se gestito da tutti, è davvero bene comune. A parte i grandi eventi, la vera rivoluzione culturale consisterà nel rimpossessarsi dei quartieri con il protagonismo possibile delle forze intellettuali e civili”.
Infine un pensiero rivolto ai giovani, che andranno aiutati al di là di quelle che sono le politiche giovanili. “Ad un giovane è necessario offrirgli la possibilità di vivere una città umana, solidale e nella quale può costruire un suo percorso di vita che vuol dire avere un lavoro non sotto forma di schiavitù, di accedere al diritto alla casa non formalmente ma davvero, di avere dei figli e farsi una famiglia”. Inoltre, è l’auspicio, gli immigrati e le immigrate dovranno essere cittadini attivi: “Abbiamo bisogno delle loro risorse se vogliamo riaccendere il Paese. A questo serve la comunità. La speranza non si può infondere prendendo in giro le persone. Si può infondere – ha precisato in chiusura il presidente della Provincia – facendo un patto di lealtà e trasparenza. Dobbiamo voltare pagine e dimostra che la nostra Capitale ha ancora tante cose da dire, al mondo e quindi ai suoi cittadini”.

 

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