Ricerca Tecnè. “Centomila giovani in fuga ogni anno”
Deficit di futuro e speranza per i giovani, oggi a Tutta la città ne parla su Radio 3 è intervenuto il Presidente di Tecnè, Carlo Buttaroni. “Per dare una prospettiva ai giovani – commenta Buttaroni – occorre sviluppare un pensiero più evoluto di quello che ha accompagnato, e continua a proteggere, il modello economico attuale”.
Tra i trenta e i quanrant’anni, laureato, impoverito e deciso a migrare all’estero. Questa l’identikit di chi tenta di trovare la propria strada all’estero. “Sono quasi centomila ogni anno – spiega Carlo Buttaroni, Presidente di Tecnè nel suo intervento oggi a Tutta la città ne parla su Radio 3 – e a differenza della generazione precedente, questa vede il futuro come un’incognita. Fino a vent’anni fa chi intraprendeva degli studi, puntava ad inserirsi in un solco, economico e professionale, garantito. Oggi sia i giovani, sia le famiglie che investono su di loro, non sanno cosa li aspetterà”.
I giovani disoccupati sono il 35,9% (+6,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con un picco del 48,3% al sud e del 51,8% tra le giovani donne del Mezzogiorno). A questi si aggiungono gli “inattivi disponibili”, coloro cioè che vorrebbero lavorare, ma hanno deciso di rinunciare alla ricerca di un impiego, perché sfiduciati e rassegnati: per l’Istat sono quasi tre milioni. Una cifra estremamente elevata, che ci vede in testa tra tutti i partner europei.
Quali saranno le conseguenze sull’economia italiana? “Le ricadute – commenta Buttaroni – saranno su tutto il sistema. L’Italia si andrà sempre più impoverendo. Ci prepariamo ad avere una flotta di pensionati con la pensione minima. E il ruolo che oggi hanno i genitori, quello di sostenere i figli, anche in età adulta, non sarà praticabile. D’altronde assistiamo ad un fenomeno che si presenta per la prima volta, i giovani non solo stanno peggio dei loro genitori, ma non hanno la prospettiva del riscatto e dell’emancipazione”.
Un previsione fondata sui dati. “Se non vogliamo che quest’analisi si avveri, oggi c’è bisogno di atti di responsabilità da parte delle istituzioni, c’è solo una strada: politiche serie di sostegno per i giovani e per il lavoro”.