Bagnasco: “Con coppie di fatto si porta il Paese al collasso”
La comunità civile attende il varo definitivo, da parte del Senato, del provvedimento relativo al fine vita.
Rimane un ultimo passo da compiere, se non si vuole che un’altra legislatura si chiuda con un nulla di fatto, nonostante un grande e proficuo lavoro svolto a difesa della vita umana nella sua inderogabile dignità: com’è noto, si esclude ogni accanimento, ma anche ogni forma, palese o larvata, di eutanasia, e si promuove quel ‘prendersi cura’ che va ben oltre il doveroso ‘curare'”, lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione con cui ha aperto oggi pomeriggio i lavori del Consiglio Permanente dei vescovi.
“Il riconoscimento delle coppie di fatto – ha aggiunto – comporterebbe la ridefinizione della famiglia come una rete di amore, un passo che porterebbe a dare cittadinanza a nuovi modelli plurimi e compositi di convivenza che porteranno la società italiana, come già accaduto in altri Paesi, al collasso.
E’ paradossale parlare di libertà di scelta a proposito delle unioni di fatto perché in realtà si tratta di voler regolare pubblicisticamente un rapporto quando gli interessati si sottraggono in genere allo schema istituzionale già a disposizione. In realtà, al di là delle parole, ci si vuol assicurare gli stessi diritti della famiglia fondata sul matrimonio, senza l’aggravio dei suoi doveri. Inoltre, si dice che certe discipline giuridiche non impongono niente a nessuno, ma solo permettono di avvalersi di una norma da parte di chi lo desidera”.