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Mobilità nuova: l’Italia cambia strada?

di Fabio Germani

Mobilità sostenibile o, per meglio dire, “mobilità nuova”. E non che la differenza sia da poco, specie in Italia, paese europeo con la più alta densità di automobili. Nel nostro Paese circolano 36 milioni di auto, vale a dire il 17% dell’intero parco circolante nel Vecchio continente e a fronte, soprattutto, di una popolazione pari al 7%. Per ogni cento abitanti in media ci sono 65 automobili (ad Amsterdam e a Parigi il rapporto è di 25 auto ogni cento abitanti mentre a Roma è 70 e a Torino è 62 su 100). Il rapporto tra trasporto pubblico e privato, tanto per rendere ancora l’idea, a Roma è 28 a 72, a Londra è 50,1 contro 49,9, a Parigi 63,6 contro 36,4, a Berlino 66 contro 34, a Barcellona 67 contro 32. Il traffico veicolare assorbe l’1 per cento del Pil in inefficienza e il 2% se ne va per i costi dell’incidentalità; le spese legate al possesso di un’automobile sono circa un terzo del reddito medio familiare, dato in crescita rispetto all’abbassamento costante del potere d’acquisto.
Eppure i dati più recenti hanno evidenziato anche un incremento nelle vendite delle biciclette, nonostante una struttura stradale poco consona in molte città d’Italia. I centri urbani in cui viviamo, insomma, non sono a misura di bicicletta. Secondo le stime Istat-Aci (2011) i sinistri stradali che coinvolgono le biciclette rappresentano il 3,9% del totale. Al primo posto figurano le autovetture (67,8%), poi i motocicli (13,2%), gli autocarri o motoccarri (6,9%) e i ciclomotori (5,6%). C’è però da osservare che nonostante gli incidenti con le due ruote siano inferiori in termini percentuali di quelli con le automobili, il tasso di mortalità è decisamente superiore. Ecco, di tutto questo, della possibilità di introdurre in Italia un nuovo modello di mobilità (dunque un nuovo stile di vita), se ne discuterà a Reggio Emilia il 5 e 6 ottobre durante gli Stati generali della Bicicletta. L’evento è promosso da Legambiente, Anci, Fiab e #salvaiciclisti ed è stato presentato giovedì nella sala stampa della Camera.
“L’Italia – sostiene Graziano Delrio, presidente dell’Anci e sindaco di Reggio Emilia – è il Paese in Europa con la più alta densità di automobili. Il traffico veicolare, che si concentra nelle città, assorbe l’1% del Pil in inefficienza. La qualità dell’aria è un bollettino negativo. Serve cambiare strada, il tempo è maturo: ce lo dicono i cittadini che lasciano a casa le macchine e scelgono la bicicletta e le tante città che già sperimentano quotidianamente progetti di mobilità innovativi ed azioni di governance che si rivelano efficaci. Con gli Stati generali della Bicicletta, che Reggio Emilia ospita con piacere e convinzione, Anci e gli altri promotori intendono creare un punto di partenza forte, per offrire proposte innovative e concrete in tema di mobilità sostenibile. Le città – aggiunge Delrio – sono spesso laboratori di innovazione decisivi per il Paese, ma serve una convergenza strategica a tutti i livelli istituzionali perché la mobilità sostenibile e la ciclabilità siano adottate come scelte portanti in Italia. Gli Stati generali sono un’ulteriore opportunità in tal senso”.
A febbraio è stato presentato un disegno di legge recante “interventi per lo sviluppo e la tutela della mobilità ciclistica” (primo firmatario il senatore del Pd, Francesco Ferrante). Tra le misure previste il monitoraggio degli incroci più pericolosi nelle città e l’obbligo del limite di 30 km/h di velocità massima nelle aree residenziali. Tutto ebbe inizio quando a febbraio il Times lanciò la campagna Cities fit for cycling dopo che una sua giornalista, investita da un camion mentre era in bici, entrò in coma. Anche in Italia, sulla scia di quanto stava avvenendo oltremanica, fu così proposta l’analoga iniziativa #salvaiciclisti. “Di fronte all’inerzia delle amministrazioni italiane che si sono succedute negli anni, e a tutti i livelli, la nascita del movimento è stato un atto di autodifesa collettivo e spontaneo”, spiegano alcuni esponenti dell’associazione. Il 28 aprile, nel centro di Roma, è stato organizzato il primo raduno nazionale. Ora gli Stati generali produrranno un Libro di Impegni, catalogati secondo il costo e il termine. Tenendo presente che una nuova mobilità, con il relativo aumento della vendita di biciclette, può incentivare investimenti in piste ciclabili e impianti urbani innovativi promuovendo ulteriormente lo sviluppo della green economy, settore in continua crescita.

 

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