Il terzo giorno al Festival internazionale del film di Roma
La giornata festivaliera si è aperta con l’opera prima del giallista Carlo Lucarelli, il quale dopo aver affrontato con esiti sia positivi sia negativi il medium televisivo (Blu Notte-Misteri Italiani) e quello fumettistico (Cornelio-Delitti d’autore) si imbarca nell’avventura cinema. Il regista-scrittore si affida a un cast di sue vecchie conoscenze, (su tutti l’ispettore Coliandro alias Giampaolo Morelli) per un’opera , L’isola dell’angelo caduto, tratto da un omonimo libro dello stesso autore, che presenta tutte le pecche che ci si potevano aspettare da un factotum dell’industria culturale come Lucarelli.
In un festival diretto da Marco Muller quasi sempre l’Asia svolge un ruolo da protagonista, così è anche qui a Roma, con ben due film a sorpresa provenienti dall’estremo oriente. Il primo è Back to 1942 di Xiaogang Feng. Kolossal cinese sulla seconda guerra mondiale , incentrato sulla carestia che colpì la provincia dell’Henan durante il conflitto sino-giapponese. La storia si svolge su due strade parallele da un lato la povera gente comune destinata a morire decimata dagli stenti e dalla violenza nipponica, dall’altra l’indifferenza del potere incarnata dalla figura di Chiang Kai-shek. A fare da testimone della Storia, Theodore White , giornalista del Time, interpretato da Adrien Brody. Ed è proprio la presenza di due star americane ( l’altra è Tim Robbins) uno dei nodi del film, quasi a significare l’entrata della Cina nel mondo cinematografico che conta, non solo appropriandosi di stili e generi di narrazioni, ma anche dei volti hollywoodiani.
Sempre in concorso è passato uno dei film più deludenti del festival, ovvero Marfa Girl di Larry Clark. Insieme inconcludente di cliché sulla provincia americana. Clark non ci fa mancare nulla da adolescenti iperattivi sessualmente, a poliziotti razzisti e stupratori, discorsi filosofici sull’andare a duecento all’ora in moto per vedere se è così difficile morire e fornicamenti a ogni piè sospinto. Film che trova la sua ragione d’interesse solo per il peculiare canale distributivo: il film non uscirà in sala ma sarà fruibile solo dal sito del regista.
Infine una veloce citazione per Steekspel di Paul Verhoven. Anche quest’opera legata al mondo del web infatti l’opera è nata dalla fusione di 50 sceneggiature scelte tra le 700 inviate al regista. Tutte ideate a partire da una scena iniziale, di soli 4 minuti, spedite dal regista agli utenti di internet. Più che l’opera può il medium.
Domani il festival si tinge di “noir”: arrivano Michele Placido e Mike Figgis.