Medio Oriente, si infiamma la guerra tra Israele e Hamas
All’indomani della morte del capo militare di Hamas, Ahmed Jabari, si è scaldata ulteriormente la già calda atmosfera sulla striscia di Gaza.
La morte di Jabari è avvenuta a seguito di un raid sferrato durante l’operazione aerea denominata Colonna di Nuvola (Cloud Pillar). Appena appresa la notizia della morte del capo militare Hamas ha giurato vendetta dichiarando che così facendo Israele non aveva fatto altro che “aprire le porte del suo inferno”.
E l’inferno è stato, visto che i bombardamenti e i colpi di mortaio sferrati tra le due fazioni hanno causato, solo da ieri sera, già 13 morti e oltre un centinaio di feriti.
Quasta mattina l’alba israeliana oltre al sorgere del Sole ha visto i missili palestinesi che cadevano sulle città di
Beer Sheva, Ashdod e Kiryat Malah, portando alla morte tre persone.
Dura è stata la risposta di Tel Aviv che hanno sferrato un attacco congiunto tra aerei F-16, elicotteri Apache e dalle imbarcazioni attraccate vicino la costa causando due morti e un ferito.
A seguito dei primi attacchi il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha intrapreso una discussione con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il presidente egiziano, Mohammed Morsi, in cui ha riaffermato il diritto di Israele di garantire la propria difesa da Hamas, ma il presidente ha anche sottolineato che negli attacchi-difesa non devono rimanere coinvolti i civili.
L’appello arriva anche dal Condiglio di Sicurezza dell’Onu, che rivolgendosi a entrambe le fazioni le intima a cessare gli scontri.
Un aiuto alla Palestina potrebbe arrivare dalla Turchia che ha garantito di usare ogni suo mezzo diplomatico per far cessare gli attacchi sferrati da Tel Aviv.