Edgar Degas (1834-1917) e la sua società in scena | T-Mag | il magazine di Tecnè

Edgar Degas (1834-1917) e la sua società in scena

di Stefano Di Rienzo

Attualmente presso la storica Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino si sta svolgendo una mostra monografica su Edgar Degas, (dal 17 Ottobre al 27 Gennaio 2013) la più importante che l’Italia abbia dedicato all’artista negli ultimi decenni. A renderla possibile sono da un lato la ferma volontà del Comune di Torino ed in particolare del sindaco Piero Fassino e dell’Assessore alla Cultura Turismo e Promozione Maurizio Braccialarghe di riportare Torino al centro del circuito di grandi eventi artistici internazionali e dall’altro il rapporto di intensa e amichevole collaborazione che lega il gruppo Skira e il Musèe d’Orsay di Parigi e che abbraccia tanto il versante editoriale quanto l’ideazione e produzione di grandi mostre.
L’esposizione voluta fortemente dalla città di Torino è un’occasione importante che conferma la scelta dell’amministrazione di guardare ai grandi temi dell’arte e della cultura come a una delle leve fondamentali di crescita e di sviluppo: le circa 80 opere che documentano, in una straordinaria rassegna l’attività dell’autore rappresentano un corpus di eccezionale valore storico e artistico e Torino è orgogliosa di presentare questa eccezionale monografia che costituisce una testimonianza documentaristica senza precedenti.
Dai primi colloqui tra il Presidente del Musèe d’Orsay Guy Cogeval e il presidente di Skira Massimo Vitta Zelman attorno all’idea di portare Degas in una prestigiosa sede italiana, molta strada è stata fatta. Oggi grazie all’appoggio sensibile e personale di Guy Cogeval il Musèe d’Orsay che conserva le opere più rappresentative dell’opera di Degas accetta di privarsi per quattro mesi di 80 capolavori tra dipinti, disegni e sculture dando vita a una straordinaria rassegna che documenta tutta l’attività di questo straordinario pittore. Il curatore della mostra è Xavier Rey, conservatore presso il Musèe d’Orsay e grande specialista di Degas.
Edgar Degas celebre pittore francese, tra i protagonisti della stagione artistica impressionista della seconda metà dell’Ottocento, di cui ha condiviso l’aspirazione ad una pittura più libera e aderente al vero partecipando a tutte le esposizioni del gruppo e assumendo una posizione del tutto autonoma all’interno del movimento affrontando diversi temi e padroneggiando le più svariate tecniche di realizzazione.
In mostra si potranno ammirare tutti i temi della sua copiosa produzione:l’ambiente familiare, l’esperienza italiana, il mondo parigino degli artisti della musica e dei caffè, i cavalli e le corse, le celeberrime ballerine, il nudo.
Due straordinari ritratti aprono la mostra: “L’Autoritratto del Giovane Artista” (1855) e quello del nonno “Hilaire de Gas” (1857) che si era trasferito in Italia e da cui il nipote soggiorna per tre anni all’inizio della sua attività. All’esperienza italiana di quegli anni si collega anche l’eccezionale presenza in mostra di un ritratto di famiglia: “La Famiglia Bellelli” (1858-1869), opera che solo in rarissime occasioni ha lasciato il museo parigino anche per le sue considerevoli dimensioni (2×2,5 metri). Si tratta di uno dei capolavori più conosciuti e apprezzati dell’intera opera di Degas che con fine indagine psicologica mette in evidenzia i rapporti di questa famiglia italiana. Il “Ritratto di Giovanna Bellelli” (1856) un olio molto interessante e il “Ritratto di Giulia Bellelli” (1856) incantevole studio a matita e inchiostro sono opere di prova che l’artista ha fatto per il grande quadro. Seguono altri splendidi ritratti familiari come “Marguerite de Gas” (1858-60) e “Théresè Degas” (1863). Molto interessanti sono lo “studio delle mani” del 1859-1860 e alcuni studi di teste olii e pastelli copiati da grandi artisti del passato come Dürer, Rembrandt e Goya.
Ci restituiscono il mondo della Parigi di fine Ottocento con i suoi caffè frequentati da artisti, letterati e musicisti altre opere straordinarie come “L’orchestra dell’Opéra” (1870), “Donne fuori da un caffè la sera” (1877) cui seguono capolavori a soggetto femminile come “Ritratto di Donna con vaso di porcellana” (1872).
Anche il tema del paesaggio tra i meno conosciuti in Degas trova uno spazio nella mostra. L’artista porta ad un livello di virtuosismo l’uso del pastello stendendo il colore e lavandolo, creando uno sfondo compatto e soffuso su cui interviene con tratti nervosi, metodo che gli permette di dare una vivacità particolare alle immagini. Scorrono splendide nature a pastello come “Alberi su una pianura” (1870-1875), “Scogliere” (1869). Verso la fine degli anni Settanta Degas perfeziona ulteriormente la tecnica del monotipo creando sulla carta una prima immagine di fondo su cui poi interviene a pastello, in questo modo accende i toni e da più incisività alle figure.
Seguono i soggetti più popolari dell’opera di Degas: i cavalli, cui Degas incomincia ad appassionarsi dal ritorno a Parigi nel 1859 frequentando a lungo l’ippodromo di Longchamp. Nell’esposizione troviamo il celeberrimo quadro “Il Defilé” (cavalli da corsa davanti alle tribune, 1866-1868), e alcuni splendidi disegni di cavalli, fantini e corse dove l’eccellente tecnica disegnativa del grande artista si rileva pienamente. In questi lavori cosi come quelli dei ritratti di musicisti, letterati, artisti, figure prese dalla strada, Degas incomincia a concentrarsi sulla resa del movimento e lo studio dei colori, entrando in contatto con Gustave Moreau ed Edouard Manet che lo stimolano a una pittura più aderente al reale e a una gamma cromatica più ampia.
Si continua con le celeberrime ballerine, opere che costituiscono una delle cifre stilistiche di Degas presenti in mostra in tutte le tecniche utilizzate dal maestro (olio, pastello, gouache) e in diverse inquadrature di scena o di prova tra cui spiccano autentici capolavori come “Prove di Balletto in scena” (1874) “Arlecchino e Colombina” (1886-1890). In queste scene Degas appare sempre più impegnato nell’intento di rendere l’energia e la vitalità delle sue figure. Coglie dal vero l’immediatezza di un gesto, la spontaneità di un movimento, la fugacità di uno stato d’animo disegnandola magistralmente e cercandola di renderla sulla tela o sulla carta. Ottiene l’incisività della composizione attraverso prospettive asimmetriche, tagli obliqui e inconsueti. Moltiplica le prospettive con porte e specchi curando gli effetti di luce, risultando un maestro indiscusso nella resa del movimento.
Accanto a queste opere anche una splendida raccolta di sculture in bronzo di ballerine tra cui la celeberrima “Piccola danzatrice” (cera tra il 1880-1881, fusione in bronzo eseguita tra il 1921-1931), alta circa un metro e abbigliata con un tessuto di tulle. Degas comincia a modellare cera e creta attorno al 1865 via via che si aggravano i suoi problemi alla vista, la scultura diviene il suo genere più amato, soprattutto di piccolo formato e con i soggetti più amati: ballerine e donne viste nei momenti di intimità quotidiana.
L’esposizione si conclude con il nudo femminile, figure di donne riprese nell’atto di lavarsi, di pettinarsi dopo il bagno, che vede la presenza in mostra di “Donna alla Toilette che si asciuga il piede” (1866), uno dei più importanti pastelli dedicati da Degas a questo tema, accanto a “Donna che fa il Bagno” (1892), bellissimo studio a matite colorate e pastello. Degas abbandona la pennellata e i tratti di pastello nervosi e brillanti per una maniera più fluida dove i contorni tendono a dissolversi in opere di grande bellezza che restano impresse nella nostra memoria.
La mostra di Torino rivela pienamente il percorso di un genio straordinario, protagonista di quella irripetibile stagione artistica nella Parigi di fine Ottocento.

 

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