La penultima giornata al Festival internazionale del film di Roma | T-Mag | il magazine di Tecnè

La penultima giornata al Festival internazionale del film di Roma

di Fabio Francesca

Con questo articolo chiudiamo il resoconto dei film del festival lasciando l’ultima giornata a una riflessione più generale sul palmares e sulla kermesse. Iniziamo con una delle poche star presenti al festival, ovvero James Franco che presenta un lavoro collettivo, opera degli studenti del corso di scrittura creativa della Tisch school for the arts tenuto dallo stesso attore americano. La pellicola Tar è una riproposizione in forma d’immagine delle poesie del Premio Pulitzer C.K. Williams. Un Tentativo riuscito di cinema diverso per un’ opera profonda quanto seducente.
Un altro dei film più attesi era il debutto dello sceneggiatore (Il treno per Darjeeling) e regista di video musicali Roman Coppola. Roman terzo della famiglia Coppola a cimentarsi nella regia, dopo il padre Francis Ford e la sorella Sofia, ci trasporta nella vita e soprattutto nella mente delirante del suo protagonista Charlie Swan III (Charlie Sheen). Film divertente e stralunato, che si associa nello stile e nelle idee ai film precedenti da lui scritti, sostenuto da un cast, noto ai frequentatori di un certo cinema americano, fra cui spiccano Bill Murray e Jason Schwartzman. Rimane l’idea che se a dirigere il film fosse stato il suo sodale Wes Anderson sarebbe stato un grande film, così rimane un ottima pellicola.
Fuori concorso è passata la commedia spagnolo una Pistola en cada mano, di Cesc Gay autore del cult Kràmpack. L’autore sempre rimanendo nel recinto della commedia romantico sentimentale sposta la sua attenzione dell’adolescenza alla maturità. Infatti la pellicola ruota intorno a cinque storie di cinquantenni con diverse difficoltà nella vita di coppia , dal separato al neo padre. Per quanto siano presente le figure femminile lo sguardo del regista è tutto per il ruolo maschile. La sensazione che ci rimane addosso è quello di un Brizzi in salsa catalana.
Nella sezione CinemaXXI viene presentata un’opera importante nella tematica quanto nell’importanza dei nomi presenti. Mundo invisìvel, opera collettiva ( che tra i nomi dei registi annovera Atom Egoyan, Jerzy Stuhr, Manoel de Oiliveira, Marco Bechis, Maria de Medeiros, Theo Angelopoulos, Wim Wenders ) che tratta il tema dell’invisibilità nel mondo contemporaneo. Lo sguardo passa dalle grandi metropoli, alle favelas fino a le vicissitudini di un gatto in un cimitero. Vita, morte, follia, recitazione, arte e umanismo nei molti occhi di questi grandi registi.
Sempre nella sezione CinemaXXI è passata un’opera estremamente particolare Liu Baiyuan, giudice arciere di Xu Haofeng. Quello che a prima vista può apparire un canonico film di arti marziali, è in realtà una bellissima lezione di storia e teoria del kung-fu. Infatti il regista ed esperto di arti marziali tralascia gli aspetti più teatrale del kung-fu movie per concentrarsi sulla secchezza del gesto, sull’efficacia del movimento. Attorniate da scenografie monumentali, la danza del movimento cede il posto alla franchezza del pugno.
Ultimo film che segnaliamo è la commedia italiana Black Star del regista Francesco Castellani. Il film sceneggiato dallo stesso regista e da David Turchi, parla di integrazioni e di problemi sociali, della bellezza del gioco e dell’importanza del sogno il tutto rappresentato da un campo di calcio, un pallone e una squadra: la Liberi Nantes Football Club, team composto solo da rifugiati, squadra reale, prima e unica nel suo genere. Film divertente e importante per chiudere con una speranza questa settima edizione del Festival di Roma.

 

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