Un diplomato su cinque non sa che fare
Cresce sempre più il numero dei giovani italiani che riesce ad ottenere il diploma. Tuttavia, nonostante abbiano passato l’esame di maturità, molti di loro (un diplomato su cinque) non sanno cosa fare, non sanno se proseguire gli studi o se “debuttare” nel mondo del lavoro. Questo è quanto emerge dalla rapporto Diplomati 2012 di AlmaLaurea.
Lo studio ha preso in esame circa 40 mila studenti appena usciti dalle superiori. I giovani italiani, poco più che ventenni, sembrano orientati verso la ricerca di un’occupazione lavorativa, tuttavia il momento è difficile per tutti e sempre più aspirano ad un lavoro stabile. “Basta che sia sicuro”, dicono in molti. Un posto fisso, anche se lontano dai propri studi o dai propri interessi culturali, è sempre meglio di uno precario.
E’ cresciuto, dicevamo, il numero dei ragazzi che hanno conseguito il diploma (dal 40% del 1984 al 73% del 2009), ma dal 2003 al 2009 il rapporto tra immatricolati all’università e gli studenti appena diplomati si è ridotto in misura consistente, di quasi 10 punti percentuali.
I giovani, freschi di diploma, si dicono piuttosto soddisfatti della propria esperienza scolastica.
L’82% dei diplomati si è dichiarato soddisfatto della competenza dei docenti, il 75% della chiarezza espositiva e il 65% della loro capacità di valutazione. Meno apprezzati sono risultati i laboratori (56%) e le aule (53%).
Critici, invece, i giudizi verso alcuni aspetti dell’organizzazione scolastica: il recupero per chi ha debiti formativi, il sostegno all’orientamento per le scelte post-diploma (universitarie o lavorative), gli approfondimenti culturali e gli incontri con le aziende, ad esempio.
Tuttavia, dalla lettura delle rilevazioni di AlmaLaurea, emerge una contraddizione di fondo: i neodiplomati si dicono soddisfatti della propria esperienza scolastica, eppure, se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola superiore, solo 57 diplomati su cento ripeterebbero lo stesso corso, 42 su cento cambierebbero l’indirizzo di studio e/o la scuola. Il 10% ripeterebbe il corso ma in un’altra scuola, il 7% sceglierebbe un diverso indirizzo/corso della propria scuola e il 24% cambierebbe sia scuola sia indirizzo.
I motivi sono tanti: il 40% farebbe una scelta diversa principalmente per studiare altre materie, il 24% per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro, il 15% per compiere studi più adatti in vista dei successivi studi universitari.