Corruzione, per l’Italia va sempre peggio
L’ultima volta non era andata benissimo: nella classifica della corruzione percepita, stilata come ogni anno da Trasparency international, l’Italia si era classificata 69esima. Quest’anno è andata peggio, il Belpaese perde infatti tre posizioni, piazzandosi al 72esimo posto.
La classifica, è bene sottolinearlo, non si basa sulla corruzione effettiva, ma su quella percepita. Trasparency international prende in considerazione la stima che l’opinione pubblica ha riguardo il grado di corruzione delle pubbliche amministrazioni del proprio Paese.
La graduatoria va dalla nazione meno corrotta a quella dove il fenomeno in questione viene percepito come dilagante. Ad ogni Paese viene assegnato un punteggio. I Paesi più “puliti” ottengono più punti, quelli corrotti meno. Il punteggio più elevato è cento, il più basso zero.
Detto questo, il risultato conseguito dall’Italia non è per niente confortante. Nonostante l’approvazione da parte del governo del decreto contro la corruzione, il nostro Paese si è classificato 72esimo su 174, con un punteggio di 42 su 100.
Hanno fatto meglio di noi tutti i paesi occidentali e oceanici. Ai primi posti di questa speciale classifica troviamo Nuova Zelanda, Danimarca e Finlandia, tutti e tre primi a pari merito con 90 punti.
Scende di una sola posizione il Regno Unito. Migliora, invece, la situazione per gli Stati Uniti, che salgono di cinque posizioni al 18esimo gradino, e la Russia. Ultimi a pari merito troviamo Afghanistan, Corea del Nord e Somalia che occupano la 174esima con soli 8 punti.
Da parte sua, l’Italia è a pari merito con la Bosnia e con le isole di Sao Tome e Principe, arcipelago nel golfo di Guinea.