Germania, euro e comunisti: i “nemici” di Berlusconi
Il governo Monti come nemico da cui ripartire. Silvio Berlusconi ha accantonato l’idea di lasciare spazio ad Angelino Alfano, privo dell’ormai celeberrimo “quid”. E così ha fatto irruzione rumorosamente sulla scena. La prima mossa dell’ex presidente del Consiglio è stata la drastica bocciatura del suo successore: i dati economici sono peggiorati nell’ultimo anno. Il suo annuncio di ricandidatura è stato infatti preceduto dalla denuncia del “fallimento tecnico”. La colpa dell’aggravamento della crisi viene messa sul conto dei Professori. Una formula di auto-assoluzione rispetto alla propria gestione, seguendo una la logica “con Berlusconi si stava meno peggio”.
Strategia anti Germania. L’euro come fonte di tutti mali. «L’euro di Prodi» è stato un mantra del Cavaliere negli anni scorsi. E ora la moneta unica viene accostata anche alla Strega Cattiva Angela Merkel, simbolo della “Germania egoista”. Il leader del Pdl è quindi pronto a rilanciare lo slogan contro una Unione europea crudele e filotedesca. I messaggi, in parte già lanciati, saranno sempre più incentrati su un sentimento anti-teutonica, in decisa crescita tra gli elettori italiani.
Aiuto, i comunisti. Evitare l’arrivo al potere della sinistra. Berlusconi ha rinnovato la propria missione, soprattutto dopo la vittoria di Pier Luigi Bersani alle primarie. L’alleanza con Sel di Vendola apre di nuovo la possibilità di denunciare la “radicalizzazione” della coalizione. Nonostante l’usura del tempo, insomma, l’ex presidente del Consiglio vuole agitare di nuovo il fantasma comunista, che sotto insegne politiche rinnovate continua a tassare i cittadini. Nel nome dell’euro e della subalternità alla Strega Cattiva che risponde al nome di Angela Merkel.
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