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Gli anni trenta di scena a Firenze

di Stefano Di Rienzo

Attualmente presso la sede di Palazzo Strozzi a Firenze (dal 21 settembre 2012 al 27 gennaio 2013) si sta svolgendo una mostra sulle arti negli Anni Trenta, dai capolavori di Sironi, Martini, Fontana, Guttuso fino al design. Un periodo visto nel suo lato più innovativo e vitale rappresentato da rare fotografie e spezzoni di film di quegli anni con flash esemplificativi e con uno stile che si traduceva anche nella vita quotidiana diventando modo di essere e di comportarsi. L’esposizione divisa in sette sezioni confronta stili, tendenze e scuole soffermandosi sulle nuove forze emergenti con l’avanguardia futurista e astrattista e aprendosi a suggestioni dell’avanguardia internazionale. Gli artisti viaggiano alla ricerca di un ambiente spregiudicato che si evolve verso il moderno, mentre le tensioni con la Germania diventano sempre più accese, come si racconta nella sezione “Contrasti” che propone una sorta di parallelo tra Italia e Germania in cui l’arte moderna dopo la presa di potere nazista e come “arte degenerata” e messa a confronto con quella che si riteneva la “pura” arte tedesca. In mostra è presente il grande quadro simbolo della pittura nazista e mai esposto in Italia “I Quattro Elementi” di Adolf Ziegler consigliere artistico di Hitler, un dipinto di enorme successo nella Germania dell’epoca, appeso nel salotto del Führer con i suoi quattro audaci nudi femminili divenne popolarissimo attraverso riproduzioni di ogni tipo, persino sulle scatole dei fiammiferi. Quello degli Anni Trenta è un decennio cruciale iniziato con il clima di consenso al regime fascista che subirà dal 1938 la drammatica accelerazione delle leggi razziali per precipitare nella catastrofe dell’alleanza bellicosa con la Germania nazista. In Italia il modello tedesco si afferma dopo le leggi razziali e in un articolo pubblicato sulla rivista “Tevere” dove la pittura metafisica di De Chirico è accomunata nel nome della “degenerazione”.
Non meno intricante è la sezione dedicata al design dove gli oggetti d’arredo si sommano con la rappresentazione di interni e manufatti moderni nel cinema del tempo grazie al monitoraggio realizzato dalla Cineteca di Milano e con le fotografie provenienti dall’Archivio Storico della Triennale di Milano.
Attraverso 96 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design la mostra narra un periodo cruciale che segna negli anni del regime fascista una situazione artistica di estrema vivacità e propositività. Sullo sfondo il primo sviluppo anche nel nostro paese della comunicazione di massa con i manifesti, la radio, il cinema e i primi rotocalchi che dalle belle arti raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico.
La rassegna racconta un’epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana perché sono il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita con l’affermazione di un’idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico al passo con i tempi.
La mostra curata da Antonello Negri (professore di Storia dell’arte Contemporanea) con la collaborazione di Silvia Bignami, Paolo Rusconi, Giorgio Zanchetti e Susanna Ragionieri, partendo dalla prospettiva critica di chi scriveva negli Anni Trenta fa riferimento ad una idea di arte italiana caratterizzata dalle specificità di alcune “scuole” (Milano, Firenze, Roma, Torino, Trieste) in dialogo tra loro ma anche in rapporto con centri internazionali come Parigi e Berlino.
L’esposizione da risalto particolare alle novità di linguaggio portate dalle giovani generazioni, privilegiando le opere che ebbero visibilità nelle esposizioni e influirono sul dibattito artistico.
L’esposizione Anni Trenta e vista come laboratorio complicato e vitale dove durante il fascismo si combatté una battaglia artistica che vide schierati tutti gli stili e tutte le tendenze: dal classicismo al futurismo, dall’espressionismo all’astrattismo, dall’arte monumentale alla pittura da salotto.
L’esposizione è un ‘opportunità per dimostrare come Palazzo Strozzi sia fortemente legato alla storia del Paese e della città di Firenze, ma è anche l’espressione perfetta che a Palazzo Strozzi il visitatore non è passivo, è attivo e anche interattivo. Attraverso una serie di attività appositamente ideate il visitatore potrà esplorare alcuni temi chiave della mostra quali: la comunicazione di massa, il design industriale, la creatività artistica in modo coinvolgente e stimolante.

 

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