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Sembra di essere tornati indietro nel tempo

di Fabio Germani

La ricandidatura autoimposta di Silvio Berlusconi da un lato, le imminenti dimissioni di Mario Monti dall’altro. Tanto basta a subire la più classica delle ricadute, come il paziente alle prese con uno stato di salute precario quando non segue alla lettera i suggerimenti del medico. Ma in questo frangente la retorica è d’ordinanza. Così Berlusconi, o chi per lui, può attaccare sia il governo del rigore sia il commissariamento di Bruxelles su Roma, i diktat della Germania e lo “spettro comunista” che si abbatte sull’Europa. Monti, però, non è stato un semplice spettatore, né è rimasto in attesa del susseguirsi degli eventi. Ha rassegnato le dimissioni, giocando d’anticipo alla stregua di un politico navigato. Si candiderà a Palazzo Chigi? È ancora presto per dirlo, ma di sicuro l’attuale situazione pone alcuni interrogativi su cui sarà il caso di prestare attenzione nei prossimi giorni.
I timori europei. L’ipotesi, seppur remota stando ai sondaggi, di Berlusconi di nuovo alla guida del Paese è stata recepita negativamente dalla stampa e nelle cancellerie. Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz – i cui dissapori con il Cav. sono arcinoti – ha paventato il rischio instabilità tanto dell’Italia quanto dell’Europa. “Berlusconi è il contrario della stabilità”, ha dichiarato senza mezzi termini. In ballo ci sono poi le dimissioni di Monti, che avverranno una volta approvata la legge di stabilità. Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha auspicato un’Italia forte mentre dalla Germania, il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha invitato l’Italia a mantenere “gli impegni presi con l’Europa e di tenere il passo con le riforme”. È in Spagna che si concentrano le maggiori preoccupazioni. Il ministro dell’Economia, Luis de Guindos, non ha negato di temere un contagio immediato. E in effetti l’annuncio di Silvio Berlusconi e quello di Mario Monti hanno provocato una risalita vertiginosa dello spread tra i Btp decennali e i Bund di pari scadenza. Venerdì il differenziale si era attestato a 324 punti base dopo il calo positivo della settimana precedente e nella mattinata di lunedì, alla riapertura dei mercati, in poche ore aveva già raggiunto quota 360.
Le strategie in Italia. Il voto anticipato obbliga leader e partiti a rivedere in parte le proprie strategie. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, galvanizzato dal recente successo alle primarie del centrosinistra e dai numeri che danno il suo partito nettamente in vantaggio sulle altre forze politiche, parla da premier in pectore: “Noi rispetteremo gli impegni presi con l’Unione europea e li faremo nostri”, risponde convintamente al Wall Street Journal. Resta da capire, però, come le anime più intransigenti del centrosinistra possano coesistere con le istanze del governo Monti a cui molti, invece, intendono ispirarsi.
Le ripercussioni. Se persino un fedelissimo del Cavaliere come Giuliano Ferrara ammette che sì, una terza via era possibile, allora è legittimo supporre una fine non tra gli allori per Berlusconi. Eppure l’ex premier non demorde, sebbene le prime accuse non tardano a farsi sentire. A partire da quella del pm di Milano, Ilda Boccassini, secondo la quale Berlusconi vuole dilatare i tempi del processo Ruby al fine di arrivare alla campagna elettorale.
Sembra di essere tornati indietro nel tempo.

 

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