L’allarme. Una ripresa ancora lontana
La ripresa non è qualcosa da contemplare nell’immediato futuro. A dirlo senza troppi fronzoli è il Centro studi della Confindustria che rinvia la ventata d’aria fresca tanto auspicata al 2014. Nella sua analisi periodica, il Centro studi evidenzia un crollo dei consumi tale da definirlo il peggiore del dopoguerra e prevede un tasso di disoccupazione al 12,2% entro la fine del prossimo anno. La pressione fiscale, invece, dovrebbe arrivare ad attestarsi al 53,9%.
“L’orizzonte – osserva poi Confindustria – è ulteriormente offuscato dall’indeterminatezza dell’esito delle prossime scadenze elettorali”.
Il Centro studi di Confindustria “ritocca al rialzo la dinamica del Pil nel 2012 e rivede nettamente all’ingiù quella del 2013: -2,1% (da -2,4%) e -1,1% (contro -0,6%). L’appuntamento con variazioni congiunturali positive è rinviato di sei mesi, all’ultimo trimestre dell’anno prossimo. Nel 2014 si stima un incremento dello 0,6%”. In altre parole, dal 2007 al 2013, l’Italia avrà perso otto punti di Pil.
La crisi pesa inoltre sugli investimenti: al -8,2% di quest’anno, fa sapere ancora Confindustria, seguirà un -1,8% nel 2013. Dal 2007 ad oggi hanno lasciato sul terreno il 23,1% in termini reali, toccando i minimi dal 1997: “E’ una seria ipoteca alle potenzialità di sviluppo futuro”.
Sul fronte dei consumi delle famiglie la situazione è a dir poco allarmante. “I consumi delle famiglie cedono il 3,2% quest’anno (il 3,6% pro capite), il peggior risultato del dopoguerra. La caduta prosegue nel 2013 (-1,4%). Si stabilizzano nel 2014 (+0,3%); ma per abitante arretrano ancora, tornando poco sopra i valori del 1997”. Per non parlare del “crollo della domanda totale interna”: -4,4% nel 2012 e -1,7% nel 2013, “seguito appena da un +0,3% nel 2014”.