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Ricerca Tecnè: identikit dell’elettore 2013

Nonostante il “palinsesto” delle liste e possibili alleanze non sia ancora completo, gli elettori iniziano ad avere un’idea abbastanza chiara di chi scegliere alle prossime votazioni politiche. La ricerca I flussi di consenso delle principali forze politiche elaborata dall’istituto di ricerca Tecnè indaga sulle conferme e le migrazioni di voti rispetto alla passata consultazione.
Flussi elettorali. L’elettore di oggi del Pd ha votato per la stesso partito, o coalizione, di centro sinistra anche alle politiche 2008. Il principale spostamento in entrata viene, infatti, da sinistra (8%) e dall’area del non voto (17%). Il partito di Bersani gode di un elettorato solido ed espande il proprio perimetro, conquistando consensi. La ricerca Tecnè conferma che il Movimento 5 Stelle è il contenitore per chi ha abbandonato i partiti principali. Il bacino elettorale di Grillo è, infatti, composto per il 46% da delusi del centrodestra e per il 32% del centrosinistra. I consensi del partito di Berlusconi si sono prosciugati rispetto al passato (poco più del 6% dell’intero corpo elettorale) ma conta una quota di fedelissimi che provengono da un’area decisamente spostata a destra e contraria all’euro e all’Europa, la stessa che lo aveva sostenuto nel 2008. Le rilevazioni fotografano per il Pdl una sostanzialmente una migrazione in uscita di voti e una scarsa capacità di attrarre preferenze dalle altre formazioni. L’elettore della lista Monti infine è un ex Pdl (40%) o un elettore che non aveva partecipato alle elezioni 2008 (23%).
Mentre chi sperava di trovare alle politiche 2013 un partito in stile Ppe europeo però, rimarrà senza rappresentanza.
“Un’eventuale lista Monti – spiega Carlo Buttaroni, sociologo e presidente di Tecnè – in cui far confluire l’Udc, il Fli e l’Italia Futura, gli eredi più prossimi ai popolari europei, rappresenterebbero una quota pari al 27% della base elettorale. Mentre se il ‘partito montiano’ diventasse la nuova casa degli ex pidiellini, resterebbe comunque ampiamente minoritario rispetto al centrosinistra e non costituirebbe l’embrione di un partito dei moderati. Questo, almeno per adesso, considerando lo scenario che continua a proporre dissolvenze più che protagonisti in grado di modificare gli assetti politici”.

 

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