Evitato in extremis il baratro fiscale
Il via libera della Camera giunto nella notte (in Italia erano le 5.20) ha evitato quello che negli Stati Uniti viene chiamato “baratro fiscale”, ovvero una serie di “disimpegni” automatici secondo precise scadenze (fissate già al 31 dicembre) con tagli consistenti alla spesa pubblica (607 miliardi di dollari nel 2013, ma la discussione su alcuni capitoli verrà posticipata di qualche mese) e un incremento sostanzioso della pressione fiscale (con il rischio di riportare l’America in recessione).
Durante la campagna elettorale, una delle maggiori promesse di Obama (ribadita nel corso del victory speech, subito dopo la conferma della rielezione) era stata quella di tassare ulteriormente i più ricchi e garantire una maggiore difesa della classe media, la più colpita dalla crisi economica. Dopo settimane di estenuanti trattative (alla Camera siede una maggioranza repubblicana) almeno in parte si è riusciti a scongiurare il fiscal cliff e ad arrivare ad un accordo di massima, ripartito in alcuni punti. Innanzi tutto, come accennato, un aumento che va dal 35% al 39,6% dell’aliquota per tutti coloro che guadagnano più di 400 mila dollari l’anno e le famiglie i cui guadagni superano i 450 mila dollari (al contrario, per le famiglie appartenenti alla classe media, vengono confermati gli sgravi fiscali). Sulla stessa lunghezza d’onda, l’aliquota sulle proprietà che superano il valore di dieci milioni di dollari aumenta fino al 40%.
Ai meno abbienti vengono assicurate le estensioni fino alla fine del 2013, in particolar modo per quanto riguarda i disoccupati di lungo periodo. E sempre nell’ambito della classe media, i crediti di imposta per chi ha figli e per gli studenti che devono pagare il college vengono estesi per cinque anni.
Sul fronte delle imprese, tra quelle che investono in ricerca e innovazione (nonché quelle che utilizzano o operano nel settore delle energie rinnovabili), verranno estesi i crediti di imposta fino alla fine dell’anno.
La Camera, dopo il sì del Senato, ha dato il via libera con 257 sì e 167 no. “Quello di oggi è solo un primo passo nella lotta al deficit che resta troppo elevato”, ha tuttavia precisato Obama in conferenza stampa.