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La campagna elettorale online

Intervista a Sara Bentivegna, professoressa di Comunicazione politica all’Università La Sapienza di Roma e autrice di Parlamento 2.0 e Campagne elettorali in Rete
di Fabio Germani

L’altra volta, c’eravamo lasciati con questa previsione: “Si andrà verso una ‘internettizzazione’ delle campagne elettorali”. E a ben vedere, Sara Bentivegna, professoressa di Comunicazione politica all’Università La Sapienza di Roma e autrice di Parlamento 2.0 e Campagne elettorali in Rete, aveva ragione: “Direi che la Rete è ormai uno strumento imprescindibile, lo dimostra la stessa iniziativa di alcuni giorni fa di Monti su Twitter”.
“In questo momento – spiega Bentivegna a T-Mag – si assiste ad una massiccia ‘strategia di presenza’. È importante esserci e come muteranno le dinamiche, lo vedremo più avanti”.
Con la professoressa decidiamo perciò di passare al setaccio i tre principali leader. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, può permettersi, ad esempio, una dialettica più sobria. “Quella di Bersani (@pbersani) è una strategia integrata. Non ha bisogno di farsi ‘sentire’, per quanto la sua presenza online sia costante. Ciò dipende dal successo delle primarie e dall’opportunità di occupare a lungo la scena mediatica. Non necessita, come per altri casi, di polemiche ad hoc o di fare ‘rumore’, di toni urlati”.
Berlusconi, invece, da sempre è più felice se c’è da andare in tv. Persino da Santoro. Non ama Twitter e recentemente lo ha ribadito forte e chiaro: “Useremo la Rete, la sto già usando, ma non so se userò Twitter perché noto molte cattiverie inutili e credo che un’affermazione lì potrebbe scatenare un universo di risposte negative”.
“Berlusconi – afferma Bentivegna – è stato per molto tempo distante dalla Rete perché la ritiene un ambiente a lui ostile. I suoi consulenti, però, sanno che i media tradizionali, da soli, non sono più sufficienti. Dunque proliferano account satelliti su Twitter, su tutti @Berlusconi2013, che seguono una strategia volta a creare un potenziale ‘effetto polverone’. Si tratta, in ogni caso, di un modello che funziona, data la consolidata partecipazione degli utenti”.
L’ultimo approdo in ordine di tempo, è quello del premier Mario Monti. Anzi, @SenatoreMonti. “La candidatura incerta fino all’ultimo momento – prosegue nella sua disamina la professoressa della Sapienza – ha tenuto in sospeso la creazione del suo account e di quello di @scelta_civica, la lista che fa a lui riferimento. Monti si è subito distinto per il rapporto diretto con gli utenti tramite la formula question-answer. Le poche risposte concesse celavano alcune funzioni latenti. In particolare protrarre l’attenzione l’indomani della presentazione del logo di Scelta Civica. Poi quale occasione di ascolto delle istanze dei cittadini, anche per sondare gli umori degli utenti interessati alla sua agenda e ottenere così una banca dati in vista di una organizzazione più mirata”.
A questo punto, abbiamo ancora una curiosità: davvero gli account satelliti di Berlusconi con tutte le polemiche già provocate da un lato e l’immagine “twittera”, quasi giovanilistica, di una persona che si è distinta da presidente del Consiglio per la propria compostezza dall’altro, possono giovare ai candidati? “Bisogna sempre ricordare – risponde Bentivegna – che determinati messaggi possono essere giudicati sbagliati o offensivi dagli addetti ai lavori e dagli studiosi, non dai sostenitori. I quali ritengono, piuttosto, quel comportamento coerente. Nel caso di Monti, l’apparire tanto disinvolto non è un elemento discriminante. Nessuno ha mistificato la realtà. Durante l’evento di sabato scorso è apparso evidente il contributo mediato da una persona del suo staff. Considerate le osservazioni precedenti, direi che questo è un tentativo di usare la Rete in modo intelligente. Se avrà successo, certo, è un altro discorso”.
A quali elementi di novità assisteremo nel corso della campagna elettorale online? “Per quanto riguarda Facebook – sostiene l’autrice di Parlamento 2.0 – non molti, salvo che non sorgano gruppi spontanei capaci di aggregare molte persone sulla scia di quanto avvenuto con Marxisti per Tabacci durante le primarie del centrosinistra. Twitter, al contrario, verrà preso d’assalto da tutti i candidati a tutti i livelli, alla stregua di una personale agenzia di stampa. Non dobbiamo dimenticare – conclude Bentivegna – che la principale peculiarità di questi mezzi non è tanto spostare voti, quanto creare un clima di opinione”.

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1 Commento per “La campagna elettorale online”

  1. […] della campagna elettorale – esauriscono le risorse online alla stregua, per dirla con Sara Bentivegna, di una personale agenzia di stampa. In altri termini, esclusi i soliti casi eccezionali, ciò sta […]

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