Trattativa Stato-mafia, “Intercettazioni Napolitano vanno distrutte”
“Le intercettazioni oggetto dell’odierno conflitto devono essere distrutte, in ogni caso, sotto il controllo del giudice, non essendo ammissibile, né richiesto dallo stesso ricorrente, che alla distruzione proceda unilateralmente il pubblico ministero”. Lo ha deciso la Corte Costituzionale, che ha così motivato la sentenza, depositata martedì, sul conflitto tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e i pm di Palermo.
“Il presidente della Repubblica – ha scritto la Corte Costituzionale – deve poter contare sulla riservatezza assoluta delle proprie comunicazioni, non in rapporto ad una specifica funzione, ma per l’efficace esercizio di tutte”.