I simboli più curiosi ammessi alle elezioni
Beppe Grillo (almeno lui in particolare) può tirare un sospiro di sollievo: il Viminale ha ricusato il simbolo “gemello” del Movimento 5 Stelle e insieme a quest’ultimo (sorte analoga per i simboli che copiavano quelli di Mario Monti e di Rivoluzione Civile di Ingroia), altre 33 liste sono state ricusate (quindi possono ancora essere modificate entro la scadenza di ulteriori 48 ore) e 16 sono state dichiarate senza effetto, a causa della carenza di documentazione (in soldoni: 169 simboli ammessi su 219 depositati). Anche la Lega Nord dovrà ripresentare il proprio simbolo, pare per una “M” maiuscola di troppo nel nome di Tremonti. Ma quando sarà il momento di recarsi alle urne, in ogni caso, ci imbatteremo in alcuni simboli a dir poco curiosi. Ne basti uno su tutti, per rendere l’idea: il “Movimento Bunga” Bunga, nel cui logo compaiono due omini che si prendono a calci sul di dietro. E ancora, quasi immancabili, i vari “Forza Roma” e “Forza Lazio” – rigorosamente di giallo e di rosso il primo, di bianco e di azzurro il secondo – che rievocano rivalità calcistiche anziché politiche.
C’è il “Movimento mamme del mondo”, il “Partito internettiano”, la lista civica “Io non voto”. Il “Partito pirata”, che altrove ha riscosso un discreto successo, si è visto ammettere il simbolo numero 35 (altri, invece, sono stati respinti). Ammessa anche la lista “Alba Dorata Italia”, sulla scia del partito estremista greco che ha ottenuto diversi consensi alle ultime consultazioni.
A quanto pare non solo Ingroia intende fare la rivoluzione, per quanto civile. Tra gli ammessi “rivoluzionari”, la “Rivoluzione democratica”, il “Partito della rivoluzione culturale” e i “Moderati italiani in rivoluzione”.
Poteva mancare, visti i tempi, la lista “Dimezziamo lo stipendio ai politici”? Certo che no. E neppure, a ben vedere, “D.N.A.”, ovvero “Democrazia Natura Amore”. La lista di Ilona Staller, in arte Cicciolina, insomma.
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