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Il fatturato dell’industria ancora giù

E il Pil nel 2013 sarà ancora negativo attestandosi al -1%, afferma Bankitalia

Il tessuto industriale in Italia continua a risentire della crisi. A certificarlo una volta di più sono gli ultimi dati Istat secondo cui il fatturato dell’industria a novembre ha perso lo 0,2% rispetto a ottobre e il 5,4% su base annua (è l’undicesimo calo tendenziale di fila).
“A novembre – entra nel dettaglio l’Istituto nazionale di statistica – il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, registra una riduzione dello 0,2% rispetto ad ottobre, con una diminuzione dello 0,6% sul mercato interno ed un aumento dello 0,5% su quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo registra una flessione del 2,4% rispetto ai tre mesi precedenti. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2011), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 5,4%, con un calo dell’8,7% sul mercato interno e un aumento dell’1,5% su quello estero”.
“Gli indici destagionalizzati del fatturato – prosegue l’Istat – segnano cali congiunturali per i beni di consumo (-1,1%), per i beni strumentali (-0,7%) e per i beni intermedi (-0,2%), mentre è in aumento l’energia (+3,6%)”.
Inoltre, “l’indice grezzo del fatturato scende, in termini tendenziali, del 5,4%: il contributo più ampio a tale diminuzione viene dalla componente interna dei beni intermedi. L’incremento tendenziale maggiore del fatturato si registra nel settore della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+4,2%), mentre la diminuzione più marcata riguarda le attività estrattive (-15,4%). Per quel che riguarda gli ordinativi totali, si registra una riduzione congiunturale dello 0,5%, sintesi di un calo dell’1,8% degli ordinativi interni e di un incremento dell’1,3% di quelli esteri. Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali diminuiscono del 3,0% rispetto al trimestre precedente. Nel confronto con il mese di novembre 2011, l’indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del 6,7%. L’unico aumento si registra nelle fabbricazioni di prodotti chimici (+2,8%), mentre il calo più rilevante si osserva nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-12,1%)”.
Non a caso, ha poi osservato Bankitalia nel suo bollettino economico, “i consumi delle famiglie continuano a contrarsi, riflettendo il prolungato calo del reddito disponibile, che nella media dei primi tre trimestri del 2012 si è ridotto del 4,3%, e la forte incertezza”. Secondo le previsioni della Banca d’Italia il Pil nel 2013 sarà ancora negativo, attestandosi al -1%.
La situazione non va meglio nell’eurozona, come spiega la Bce nel bollettino di gennaio: “La crescita dell’eurozona continua ad essere debole. Sull’economia continuano a pesare le persistenti incertezze e gli aggiustamenti di bilancio in atto nei settori finanziari e non finanziari. Ma nella seconda parte del 2013 è attesa una graduale ripresa”. Tuttavia, sul fronte occupazionale, “i mercati del lavoro dell’area dell’euro continuano a risentire della crisi economica e finanziaria”.
“L’occupazione – afferma la Banca centrale europea – è diminuita ulteriormente nel terzo trimestre del 2012, mentre la disoccupazione ha continuato ad aumentare. I dati delle indagini segnalano un ulteriore calo dei posti di lavoro nell’ultimo trimestre dell’anno”.
Per quanto riguarda il nostro Paese, è l’osservazione di Francoforte, “l’accresciuta incertezza politica in Italia è stata all’origine di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo di ricercare investimenti più sicuri verso i titoli emessi dai Paesi con rating AAA”.

 

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